L’editoriale di Raffaele Auriemma sul Corriere dello Sport:
“Mettiamoci nei panni di Sarri e pensiamo al da farsi: bisogna insistere con i “soliti 11” oppure è arrivato il momento delle scelte brutali? Probabilmente sì, servono decisioni forti, guardando alla classifica del campionato. Non tanto per quel primo posto che profuma di storia (mai il Napoli ha avuto 35 punti dopo le prime 13 giornate in A), ma per il rendimento attuale della Juventus, squadra più attrezzata di tutte per rivincere il tricolore, eppure più incerta in difesa rispetto a quella che abbiamo (ahinoi) conosciuto negli ultimi 6 anni. Contro la Lazio e con la Samp ha perso due sfide che aveva dominato, e poi i 14 gol subiti stridono con quelle che sono sempre state le caratteristiche di Madame. Un anno fa ne aveva incassati 9 appena, era prima con 33 punti e si era portata avanti verso il sesto scudetto, scavando un solco dalla seconda, la Roma che di punti ne aveva 26 (oggi ne ha 30 e deve recuperare una gara). Sono tutti argomenti che portano a coltivare l’idea della “volta buona”, anche in virtù del principio che lo scudetto lo vince la squadra con la miglior difesa. Cioè il Napoli, potenzialmente, avendo subito gli stessi 9 gol della Juve alla 13ª del 2016-17, con la Roma che ne ha, sì, uno in meno, ma potrebbe subirne nel recupero con la Samp. Siamo arrivati allo snodo cruciale di un campionato molto equilibrato e all’orizzonte c’è un bivio che costringerà il Napoli a una scelta: virare con decisione verso lo scudetto oppure distribuire le energie su campionato e Champions? L’orizzonte del Napoli ci presenta la sfida di domani (decisiva) con lo Shakhtar, quella di domenica a Udine e poi il primo dicembre con la Juve. Con la possibilità di eliminarla dalla corsa scudetto: con un distacco di 7 punti dalla vetta, si fa fatica a immaginare che ad Allegri riesca l’ennesima clamorosa rimonta. Il bussolotto rovente è nelle mani di Sarri, l’unico a sapere se l’autostima della squadra sia tanto elevata da essere anche più forte della stanchezza emersa dal 60’ di Napoli-Milan. Un aspetto, quello della scarsa brillantezza, evidenziato dallo stesso tecnico al termine della sfida di sabato e che lascerebbe immaginare un turnover in Champions. Una mano è arrivata dalla squalifica di Koulibaly, tra i più spremuti (85,2 minuti per ognuna delle 19 gare disputate) e Nazionale, ma va valutata con attenzione anche la necessità di fermare un Hamsik poco brillante e almeno uno dei tre folletti in attacco. Insigne, che ha chiuso contro il Milan zoppicando e con la borsa del ghiaccio sul ginocchio, viene schierato titolare da 57 partite e quest’anno ha una media per gara di 85’. Ma anche Callejon (82,3) e Mertens (81,6) hanno mostrato segnali di scadimento nella qualità del rendimento. Meditate e decidete per il meglio”.
La redazione