Ciccio Marolda: “Il Napoli fuga il “dubbio” e mantiene il suo primato”

“Forse manco se n’è accorto, ma il Napoli ha scansato la trappola del dubbio. Quale? Quello di non essere o non sentirsi più la squadra d’una volta, quella capace di frullare gli avversari col suo gioco rapido e golloso. Undici successi e una sconfitta (quella stramaledetta in Ucraina, ma per colpa di scelte non proprio assai felici) nelle prime dodici partite di stagione, poi, aspettando il Milan, nelle ultime sei e sempre tra coppa e campionato: due vittorie, due pareggi e due sconfitte. Non è la stessa cosa.

Marolda

Di qui il dubbio: il Napoli è sempre quello d’una volta oppure comincia ad accusare lo stress degli infortuni, del “braccino” dell’allenatore nella gestione della rosa intera, d’una preparazione un po’ più lunga e intensa, di quella “fissa” che si chiama possesso del pallone o di chissà che cosa? Sì, questo match col Milan doveva dare un sacco di risposte. E le ha date. E come se le ha date! Perché il Milan è squadra che ha carte e piedi e allenatore in regola per pretendere maggiore considerazione.  
By by dubbio, dunque. Il Napoli difendendo il suo primato ha cancellato le preoccupazioni e ha pure risposto a questo campionato che non tollera frenate e indecisioni.  
E nella notte degli addii, addio pure al dubbio che la delusione e la sventura della Nazionale potessero graffiare le certezze di Lorenzinho Insigne. Macché. Il giovanotto ha reagito e bene e se non ha dedicato il gol (su assist di Jorginho, guarda un po’) all’ex commissario tecnico forse è solo perché s’è educato a tenere a freno lingua e sentimenti.  
Insomma, checché ne pensi il signor Sarri, sosta e Nazionali varie non hanno fatto danni. Anzi, per quel che s’è visto, cambiar aria era quello che ci voleva proprio per molti dei suoi tornati rinfrancati e su di giri. Buon per lui alla vigilia del ritorno con gli ucraini in Champions League, che è partita da vincere per forza per continuare a coltivare una speranza. Chi sembra non avere più speranze, invece, è il povero San Paolo. Povero perché i conti del Comune sull’orlo del suicidio fanno temere che non ci saranno soldi per andare avanti coi lavori. Caro sindaco, non sarebbe il caso di fare un passo indietro e ribussare alla porta di Aurelio De Laurentiis?”

Fonte: CdS

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