Il Mattino – C. Ferrara: “Il campionato ridarà il sorriso agli italiani”

L'ex difensore di Napoli e Juventus intervistato da "il Mattino"

Il Mattino – C. Ferrara: “Il campionato ridarà il sorriso agli italiani”

Torna il campionato, mai così atteso. «Subito dopo il crac della Nazionale, grandi sfide e grandi emozioni», dice Ciro Ferrara, ex leader delle difese del Napoli e della Juve, intervistato da “il Mattino”, una carriera da allenatore cominciata al fianco del ct Marcello Lippi nella storica spedizione ai Mondiali di undici anni fa.

Lei era sul prato di Berlino ad alzare la Coppa il 9 luglio 2006: che effetto le ha fatto la malanotte del Meazza, quella dell’esclusione dal Mondiale in Russia? «È stata la vittoria di undici fa che non ci ha fatto affrontare i problemi del calcio italiano. Sapevamo quali erano, però accade che il risultato sportivo li faccia accantonare o emergere. Dopo il trionfo in Germania, ci siamo sentiti superiori e ci siamo cullati sulla vittoria. Se la Nazionale avesse superato il playoff, magari con un gol in fuorigioco, si sarebbero fatti i discorsi di questi giorni? Ecco, qual è la risposta a questa domanda? I risultati sono fondamentali ma non possiamo fermarci qui: sarebbe un errore, anzi lo è stato. L’eliminazione può essere salutare sotto questo aspetto. Siamo stati tutti toccati da una cocente delusione, ma guardiamo avanti e interveniamo».

Ventura non si è dimesso e ieri ha scritto una nota con una vaghissima assunzione di responsabilità: ha sbagliato? «Io sono stato esonerato da tre club, non mi sono dimesso anche perché non mi trovavo alla fine di un percorso. Non so perché Ventura, dopo quel risultato storicamente negativo, non si sia fatto da parte. Magari di fronte a un’assunzione di responsabilità generale avrebbe presentato le dimissioni, invece dopo la Svezia sarebbe stato effettivamente l’unico ad andar via».

Lei lanciò Insigne nell’Under 21: sorpreso di averlo visto soltanto per 15′ nei due playoff? «Molto. Era il calciatore più in forma della Nazionale, per le sue caratteristiche tecniche sarebbe stato utile».

Da dove ripartire? Basterà Ancelotti in panchina? «Il discorso è più ampio e il primo punto è questo: bisogna ascoltare i calciatori e gli ex calciatori, così come ha fatto il presidente Infantino dopo il putiferio provocato nella Fifa dallo scandalo Blatter. Nella stanza dei bottoni è entrato Boban, ad esempio. Servono figure di campo con maggiori poteri: quelli della componente dei calciatori, ad esempio, nel consiglio della Federcalcio sono nettamente inferiori rispetto alla Lega Dilettanti, con tutto il rispetto. Ma non devono essere figurine questi personaggi, bisogna dar loro ruolo e voce». 

La prima idea di Ferrara? «Si parla di una quota eccessiva di stranieri, ma in fondo non è tale: in serie A è del 54 per cento, in Premier del 67. Incide la qualità, piuttosto. Nei vivai ci sono tantissimi stranieri, perfino sei o sette in una Primavera, e questo incide negativamente sulla crescita degli italiani, a cui non bisogna sottrarre spazi».

Per fortuna torna il campionato con due grandi sfide oggi: il derby di Roma e Napoli-Milan. «Un campionato quanto mai appassionante al vertice, con cinque squadre in cinque punti. La concorrenza nasce dalla qualità dei giocatori e degli allenatori, tutti italiani, che hanno saputo trasmettere le loro idee, magari differenti ma tutte brillanti. C’è grande equilibrio e ciò dà forza e fascino a un campionato che negli anni scorsi, a questo punto, aveva uno scenario già chiaro ed era quasi finito. Saranno decisivi gli scontri diretti e alla ripresa c’è subito il derby all’Olimpico, oltre al Napoli che gioca al San Paolo contro il Milan e saprà trasmettere grandi emozioni». 

Basta riaccendere le luci del campionato per dimenticare la delusione di lunedì? «La sconfitta contro gli svedesi ci fa adesso guardare sotto la giusta luce i nostri limiti e può forse indicare la strada da seguire. Arrivano belle gare come quelle di Roma e Napoli, lo saranno anche Samp-Juve e Inter-Atalanta domani. Sono curioso di verificare la reazione di Insigne e degli altri nazionali a pochi giorni dall’esclusione dal Mondiale: la loro rabbia renderà ancor più esaltante questa giornata».

La Redazione

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