Riccardo Giammarino, autore del libro “Pittat'”, ha parlato in esclusiva ai microfoni de “Ilnapolionline.com”. Ci ha svelato i segreti di questo libro e i particolari che lo hanno spinto a intraprendere questo percorso originale. Inoltre, ha parlato di Sarri, al quale spera che in futuro, gli verrà dedicato un murales.
Qual’è stata l’ispirazione per scrivere questo libro? “Tutto ciò che mi circondava, sembrava fatto appositamente per me. Ad un certo punto, in città, sono apparsi i murales di Maradona e poi Hamsik. Quando giravo per Napoli, trovavo sempre scritte e riferimenti inerenti al calcio e all’identità di questa città. Ho cercato di mettere insieme tutte queste cose e dividerle in base ai periodi che abbiamo vissuto”.
Perchè proprio il murales di Maradona per la copertina del tuo libro? “Perchè Maradona secondo me, è quello che ha rappresentato più di tutti, lo spirito di Napoli. E’ quello che ci ha messo la faccia per difendere questa città in un periodo difficile. Lui ha sempre avuto uno spirito ribelle e rivoluzionario, non importandosene di andare contro il potere”.
Sei d’accordo che Maradona è stato leader non solo in campo per la sua tecnica favolosa, ma anche fuori, sotto il punto di vista sociale per tutta la città di Napoli? “Si, infatti, io nel libro parlo di Maradona, dicendo che lui è stata la massima aspirazione di libertà per ogni scugnizzo napoletano e ancora oggi rappresenta questo, nonostante ha cambiato il suo punto di vista su determinate cose”.
Perchè la gente di Napoli, dovrebbe correre in libreria a comprare questo libro? “A parte il fatto che correre fa sempre bene per l’attività fisica (ride), poi questo è un libro che non dovrebbe mai mancare nelle bacheche dei tifosi del Napoli e soprattutto di chi ama questa città. E’ vero che racconta principalmente del Calcio Napoli, ma racconta anche del tessuto societario di ogni periodo storico. Il passaggio fondamentale è quello di spiegare cosa spinge una persona a lasciare una traccia indelebile sul muro di una città, per molti potrà rappresentare un atto vandalico, ma in realtà stanno semplicemente dando forma ad un’emozione”.
Come mai nel libro hai inserito anche murales ironici verso la rivale storica del Napoli, ovvero la Juventus? “Perchè sulla Juventus, entriamo in un contesto sociale, meno sportivo rispetto a come sembra. La Juve è la rivale di sempre perchè questa sfida non è semplicemente vista come Nord contro Sud, altrimenti la rivalità si potrebbe avere anche con il Torino, ma in realtà non è così. La Juventus rappresenta da sempre gli sfruttati e gli sfruttatori, ovvero chi ha il potere e chi no. Per questo viene sentita in maniera così forte questa sfida”.
Che idea hai del Calcio Napoli in questo periodo? Secondo te dobbiamo aspettarci un altro murales nel mese di maggio? “Spero di si. Ci sta uno di trent’anni che fa che vorrei che fosse restaurato ma con il numero 3 e non con il 2. Ora il Napoli ha le carte in regola per competere in questo campionato. La rosa è ampia, ovviamente se si impiega molto tempo a far scendere in campo, calciatori come Rog, Ounas o Mario Rui, a quel punto inizia a diventare un problema. Fondamentalmente però, la rosa c’è e tutti i calciatori sono rimasti per arrivare a centrare un obiettivo ben preciso. Dobbiamo solo crederci”.
Tra tutti i murales che avrai studiato per inserirli nel tuo libro, hai notato che manca qualcuno che potrebbe essere celebrativo? “Secondo me manca una giusta dedica proprio a Sarri che potrebbe essere un’immagine diversa per tutta la città. Non dimentichiamo che lui ha smesso di fare il suo lavoro dove aveva una garanzia economica, ha creduto in se stesso, ed è tornato a Napoli dopo tanta gavetta. Un murales a lui lo dedicherei anche per raccontare la sua storia e quella del suo Napoli.”
Intervista a cura di Michele Landolfi
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