Il Mattino – Mertens-Kalinic, si accendono le stelle mondiali

Il Mattino – Mertens-Kalinic, si accendono le stelle mondiali

Loro il Mondiale lo hanno conquistato: Mertens ha staccato il pass con il Belgio stravincendo il girone (nove vittorie e un pareggio), Kalinic ci è riuscito con la Croazia attraverso i playoff battendo la Grecia nel doppio confronto (ha segnato il gol d’apertura nel 4-1 dell’andata a Zagabria). Protagonisti a Russia 2018, possibili avversari già nella fase a gironi (il Belgio sarà in prima fascia, la Croazia in seconda), sabato saranno impegnati nella sfida a distanza al San Paolo.
Il faccia a faccia tra i due attaccanti che in campionato finora hanno avuto un rendimento sensibilmente diverso, una delle possibili chiavi di Napoli-Milan. Mertens si è confermato sui livelli della scorsa stagione (10 reti in campionato e due in Champions League), poco più di un anno fa cominciò la sua avventura da centravanti (il 26 ottobre del 2016 esordì nel nuovo ruolo contro l’Empoli e segnò la prima rete della serata): un anno di gol, da quella partita ne ha messi a segno tra campionato e coppe ben 41 reti in 53 partite, una media realizzativa altissima.
Kalinic invece è partito con il freno a mano tirato nel Milan di Montella, solo tre gol in campionato e tanti problemi in questa prima parte di stagione per l’attaccante croato che di reti con la Fiorentina tra campionato e coppe la stagione scorsa riuscì a segnarne venti.
Dries è entrato di prepotenza nel cuore dei tifosi azzurri, un feeling immediato, anche quando si alternava in attacco sulla sinistra con Insigne, esploso definitivamente adesso che da prima punta segna a ripetizione. Kalinic deve ancora sfondare invece nella scala di gradimento dei tifosi rossoneri, il suo rendimento è andato di pari passo con quello della squadra di Montella e cioè decisamente al di sotto delle aspettative.
Mertens è diventato il centravanti perfetto nel tridente di Sarri, quello che si muove in perfetta sintonia con gli esterni Callejon e Insigne e con il resto della squadra, il riferimento avanzato perfetto per il 4-3-3 del Napoli che si è concesso qualche pausa più che altro per stanchezza (vedi l’ultima trasferta di Verona contro il Chievo) visto che dall’infortunio di Milik ha praticamente sempre giocato tra campionato e Champions League. In nazionale ha giocato un’ora nell’amichevole di martedì del Belgio contro il Giappone (era stato in campo anche un’ora contro il Messico), da questo punto di vista tornerà più stanco Kalinic che ha giocato 78 minuti del match di domenica sera ad Atene e 76 della partita di andata a Zagabria (una stanchezza maggiore soprattutto dal punto di vista mentale). Il croato ha caratteristiche diverse rispetto a Mertens e nel modulo di Montella la prima ha compiti diversi rispetto al sistema tattico di Sarri: Kalinic è stato inseguito a lungo dal club azzurro dopo l’addio di Higuain prima di lanciarsi in maniera decisa sul polacco Milik.
In carriera di gol ne hanno segnati tanti (181 le reti di Mertens, 148 quelle di Kalinic), due cammini più o meno simili del belga che ha compiuto trent’anni a maggio e del croato che li festeggerà a gennaio: in Italia più o meno sono arrivati nello stesso periodo (Dries nel 2013 e Kalinic nel 2015) dopo esperienze in più campionati europei. Un duello che potrà essere tra quelli decisivi di Napoli-Milan, Mertens non ha mai segnato ai rossoneri (nessun gol in otto presenze) e proverà a sfatare il tabù sabato sera al San Paolo, Kalinic invece segnò a Fuorigrotta nel successo azzurro per 2-1 sulla Fiorentina con le reti di Insigne e Higuain.
Trentadue gol realizzati dal Napoli, 18 dal Milan: gli azzurri hanno messo a segno quasi il doppio delle reti rispetto alla formazione di Montella. In queste prime dodici partite, quindi, il compito è stato sicuramente più agevole per Mertens rispetto a Kalinic visto la maggiore facilità da parte del Napoli a creare occasioni pericolose in attacco.

La Redazione

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