Il Mattino – J. Thern: “Io tifo Sarri, nessuno come il Napoli”
Tra i tanti svedesi che hanno fatto visita al nostro campionato, ce n’è uno innamorato di Napoli. È Jonas Thern, intervistato da Angelo Rossi de “il Mattino”, centrocampista che per due stagioni ha indossato la casacca azzurra, dal ’92 al ’94. Lo volle l’allenatore Ranieri, l’allora d.s. Perinetti andò a prenderlo dal Benfica, erano gli anni della ricostruzione post-Maradona. Oggi Thern, svedese di Falkoping, il figlio (Simon) calciatore nato a Napoli, è un allenatore cinquantenne con tanto di patentino e lavora come osservatore della nazionale che ci tiene con un piede fuori dal Mondiale. «Non è impossibile batterci ma nemmeno così facile come forse qualcuno immaginava. La Svezia è solida, forte fisicamente, penso che ve ne siate accorti l’altra sera».
Il risultato incoraggia voi scandinavi ma lascia una porta aperta all’Italia: vedremo una Svezia arroccata in difesa per difendere il golletto di vantaggio? «Puoi preparare le partita in qualsiasi maniera poi basta un episodio per sconvolgere progetti e previsioni. Immagino che l’Italia attaccherà, anzi diciamo che sarà costretta ad attaccare perché deve segnare almeno due reti. Non so cosa abbia in mente il nostro ct Andersson però nessuno immagina che andremo in campo per fare la partita a tutti i costi».
Alla Svezia si chiedeva di fare la gara venerdì sera e l’ha fatta. «Giocando in casa il primo match non biosgna stare ad aspettare sempre gli avversari. Si sa che queste partite durano due tempi, il primo si è concluso in nostro favore, adesso vediamo se siete capaci di rimontare».
I calciatori di Ventura si sono lamentati molto del gioco duro svedese. «Non ho visto cattiveria. Decisione sì, fisicità tanta, del resto se sei grande e grosso i contatti sono quasi inevitabili. Si può obiettare all’infinito sull’intensità dei contrasti, l’importante è non essere cattivi e a giudicare dalla stretta di mano che si sono dati i ventidue in campo, ritengo che questa sia pure l’idea dei protagonisti».
Arbitro, quindi, non decisivo? «Non esageriamo, non è stato l’arbitraggio a determinare il risultato finale».
Deluso dall’Italia? «Contento della Svezia, è diverso. Se una nazionale, tecnicamente inferiore, gioca meglio e vince, vuol dire che è stata più brava».
È stata comunque una prestazione sotto tono da parte degli azzurri. «È una finale su due partite, l’importanza della posta in palio cancella ogni tipo di differenza. In questo genere di gare la determinazione, la voglia di vincere e il modo di gestire le tensioni sono decisive rispetto alla qualità di una squadra».
In Italia si discute di Insigne, nel senso che il suo mancato impiego viene ritenuto decisivo ai fini della prestazione. «Conosco il valore di questo ragazzo, non a caso gioca nel Napoli che seguo tantissimo per ovvi motivi. Il suo talento è fuori discussione ma sono l’ultima persona che può esprimersi sulla questione: Ventura avrà avuto le sue ragioni per non farlo scendere in campo. Per noi è stato un vantaggio non averlo di fronte, inutile nasconderlo. Anche se non ci illudiamo, al ritorno sarà diverso».
Cioè dovrebbe giocare? «Sicuro. Certe scelte vengono fatte nell’ottica complessiva delle due gare. Probabilmente Ventura, ritenendo più decisiva la seconda gara, ha voluto risparmiare Insigne e qualcun altro per poi inserirli titolari stasera».
Come finirà a San Siro? «Il primo tempo indirizzerà il match».
E il Napoli? «Mi pare che proceda benissimo. Speriamo che sia l’anno buono, le sensazioni sono più positive rispetto all’anno scorso».
Sarà lotta a due con la Juventus? «La Roma (altra ex squadra di Thern) sta risalendo bene, è una via di mezzo tra Spalletti e Di Francesco, l’Inter non mollerà facilmente, il vostro campionato rischia di diventare spettacolare fino all’ultima giornata. Metto Juventus e Napoli un gradino sopra le altre ma tifo Sarri perché nessuno gioca come gli azzurri».