Lo stadio Bentegodi nel destino di Luigi Sepe. Domenica scorsa il portiere del Napoli ha debuttato in stagione contro il Chievo. Non solo: «Quasi tutto ricordano il suo esordio a Firenze, nel 2009, ma la sua prima volta in panchina col Napoli avvenne proprio a Verona. Lo ricordo perché mi inviò un sms ed era felicissimo per l’occasione avuta».
Il destinatario di quel messaggio fu Ivan Canè, suo allenatore sia negli Allievi che in Primavera. Un testimone del suo progresso. Dalle giovanili alla prima squadra… «Col Chievo ho visto il solito Gigi, ovviamente molto più maturo. Già da piccolo, oltre alle abilità tecniche e fisiche, mostrava grande tranquillità tra i pali. Ha sempre avuto personalità e domenica, nonostante le apparenze, la gara è stata molto complicata».
Perché? «Per un portiere non è facile avere continuità. Quando giochi poche volte devi esser in grado di gestire le pressioni sfruttando al massimo le tue chance. Basta un errore e tutto si complica. Lui è stato bravo nell’ordinaria amministrazione: ha dato sicurezza alla squadra, si è fatto dar palla e non ha sbagliato un solo intervento».
Il tiro di Radovanovic è stato l’unico del Chievo in tutta la partita.… «Ecco, anche quell’occasione può apparire superficialmente banale. Rivedendola, la sua conclusione sarebbe finita all’incrocio dei pali. Sepe l’ha resa semplice ed innocua perché l’ha letta in maniera impeccabile. Sono felice per lui, ha dimostrato di poter essere un vice affidabile e spero possa avere sempre più opportunità per spiegare quanto sia bravo e valido come portiere ».
Sepe ha sorpreso anche per la capacità di rilanciare l’azione coi piedi. È una sua caratteristica? «Sì, tecnicamente è sempre stato preciso. Ha un mancino molto educato. Ricordo un episodio: in Primavera vincemmo contro la Reggina 3-1 con doppietta di Insigne. Un gol nacque proprio da una giocata che ho visto domenica scorsa: corner per la Reggina, palla recuperata da Sepe che, con un rilancio chirurgico, servì Insigne a metà campo. Lorenzo stoppò alla grande e s’involò in porta contro tre avversari segnando un grande gol».
È come se il tempo si fosse fermato? «Magari! Entrambi sono cresciuti, e sono felice. Da parte mia resiste la soddisfazione di aver visto nascere questi ragazzi. Sono partiti dal basso e con impegno e passione sono arrivati in alto. Mi auguro che il settore giovanile azzurro possa svilupparsi sempre di più, anche perché la prima squadra ha raggiunto livelli straordinari».
Insigne è il fiore all’occhiello del settore giovanile azzurro ma questa sera, nella sfida tra Svezia e Italia, andrà in panchina. «Ed è strano, perché parliamo di un grande talento. Ho letto tante critiche ma, da allenatore, posso capire cosa abbia in mente Ventura. Il ct avrà deciso di affrontare una partita di sostanza sapendo che ci sarà anche il ritorno. Oggi proverà a «resistere», puntando sulla difesa che si conosce bene, mentre lunedì tenterà di giocare una gara totalmente diversa, con un altro modulo e con Insigne dal primo minuto».
Fonte: Il Roma