Separati da soli venti chilometri (alla nascita) Gennaro Iezzo (Castellammare di Stabia) e Luigi Sepe (Torre del Greco), rappresentano rispettivamente il passato (ha sempre un posto nel cuore dei tifosi), ed il futuro. Ma soprattutto il presente, perché l’attuale numero due della porta (anzi, 22) è riuscito finalmente a ritrovare i pali azzurri a nove anni di distanza dal debutto. Correva infatti il 28 gennaio del 2009 e, come in un gioco di prestigio, l’allora nemmeno 18enne fu catapultato in campo alla mezz’ora contro la Fiorentina di Prandelli (club col quale ha poi militato nella stagione 2015/16). Tutto avvenne all’improvviso, tanto da non rendersene nemmeno conto: alla fin fine Gigi incassò il suo bravo gol (da Montolivo), ma toccò anche il cielo con un “guanto”. Tempo ne è passato prima che si ritrovasse a difendere l’amata porta, c’è voluto l’acciacco di Reina, ma stavolta tutto è filato per il verso giusto. Non è arrivata la vittoria, a rendere il quadro completo, ma perlomeno nessun pallone s’è insaccato alle sue spalle.
LA CHIOCCIA
Gennaro Iezzo (117 presenze per 6 stagioni azzurre, dal 2005 al 2011), s’è sempre dichiarato estimatore del conterraneo, per averne (peraltro) osservato da vicino la crescita quando lui era il titolare ed il ragazzo muoveva appena i primi passi. Una sorta di chioccia. «Ho sempre detto che Sepe può giocare nel Napoli, come in qualsiasi altra squadra. E’ forte tecnicamente, anche coi piedi, in particolare col sinistro; è poi bravo sia tra i pali che nelle uscite. Ma è anche un calciatore di personalità: sempre attento, affidabile, bello tosto, visto che poi difficilmente si emoziona. Aggiungo spigliato, come lo è stato nella recente occasione offertagli».
In verità contro il Chievo s’è limitato a sbrigare la normale amministrazione, dando però sempre una sensazione d’estrema sicurezza: «Nell’unica occasione s’è fatto trovare pronto e reattivo. Il pallonetto di Radovanovic era molto insidioso, ma l’ha neutralizzato con sangue freddo. Per affrontare le tre competizioni stagionali, uno come lui può tornare utilissimo. Alternandosi con Reina, permettendogli così di non forzare i recuperi».
Fonte: CdS