Gazzetta – Biglietti omaggio finiti nelle mani sbagliate. Dopo la Juve, anche il Napoli e De Laurentiis, calciatori compresi

Biglietti omaggio che fini­scono nelle mani sbaglia­te.Triste consuetudine, dai risvolti pericolosi.
Perché spesso ciò che non è penalmente rilevante, anche se eticamen­te discutibile, si rivela una
vio­lazione del codice di giustizia sportiva.
E così, dopo aver mes­so alla sbarra la Juventus e An­drea Agnelli – condannato in primo grado a 1 anno, il 15 di­scuterà l’appello – , il Procura­tore federale Giuseppe Pecora­ro sta chiudendo il cerchio sul Napoli e Aurelio De Laurentiis. Che ascolterà domani mattina a Roma.
Un’indagine fotocopia dell’originale bianconero. An­che qui ci sono frequentazioni e rapporti improvvidi con tifosi un po’troppo speciali. Anche qui vengono elargite manciate di biglietti omaggio. Anche qui, purtroppo, si allunga l’ombra inquietante della malavita organizzata.
Lì, era la ‘ndrangheta, qui è la camorra. Con una spiacevole novità: a Torino era­no coinvolti
solo i dirigenti, a Napoli anche i calciatori.
È da quest’estate che Pecoraro ha aperto il filone napoletano. Ha già ascoltato una decina di soggetti tra fun­zionari e tesserati del club.
Molti sono stati sentiti a Castel Volturno, un modo per tenere spenti i fari dell’indagine.
Co­me è accaduto per il fascicolo torinese, il Procu­ratore federale ha ricevuto gli atti di un’indagine della Dia coordinata dal procuratore ag­giunto Filippo Beatrice.
Foto, video, informative di polizia giudiziaria, tante intercettazio­ni che tirano in ballo più di un
calciatore del Napoli.
Nel miri­no di Pecoraro, le loro frequen­tazioni con esponenti del tifo napoletano e soggetti legati
al­la malavita organizzata. Tante le occasioni passate insieme. Gite in barca, cene, feste, regali e biglietti.
Al setaccio della procura federale, anche i rap­porti con i fratelli Esposito, im­prenditori nel commercio di giocattoli, arrestati l’estate scor sa per riciclaggio. Vicini ai clan di camorra.
Personaggi noti non solo per essere tra gli animatori della movida napoletana.
Gli Esposito sono impa­rentati con esponenti del clan Sarno, ai quali hanno garantito sostentamento economico quando erano detenuti.
E colla­boratori di giustizia li accusano di aver avuto assidue frequen­tazioni con altri boss, in parti­colare con Ettore Bosti, figura apicale del clan Contini.
In tan­te foto sono ritratti con i calcia­tori del Napoli passati e presen­ti. Pecoraro vuole appurare se i giocatori oltre ai regali e ai favori ricevuti, e ai biglietti dati in omaggio probabilmente per
sdebitarsi, abbiano anche affa­ ri in comune con gli Esposito.
Domani, sarà il turno di Aurelio De Laurenti­is, dopo il quale con ogni proba­bilità Pecoraro
chiuderà l’inda­gine.
La sensazione è che ri­spetto all’indagine torinese in cui è emerso il coinvolgimento consapevole di Andrea Agnelli, qui il grosso dei fatti, probabil­mente anche la gestione dei bi­glietti omaggio,
si sia consuma­to sotto la testa del presidente, al quale – delresto – anche la Commissione antimafia di re­cente ha dato atto di come ab­bia fatto da argine all’infiltrazione dei clan.
La Gazzetta dello Sport
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