Roberto Insigne ha il tempo di seguire le orme di Lorenzo

Pare che dalle parti di Frattamaggiore sia stata avvistata un’équipe di scienziati esperti nello studio del Dna. Il motivo della visita è legato all’approfondimento delle caratteristiche delle molecole relative alle informazioni genetiche della famiglia Insigne. Segni particolari? Fortissimi. E più precisamente specializzati nel segnare (tanto) ed essere decisivi con le rispettive squadre. Se i numeri di Lorenzo sono oramai sotto gli occhi di tutti al punto tale da non fare quasi neanche più notizia, a catalizzare l’attenzione è lo score del fratello più piccolo, Roberto. A dividerli ci sono tre anni quasi esatti (26 e 23) e il piede preferito con il quale calciare. Lorenzo è diventato magnifico grazie al suo destro a giro, Roberto mette la firma sulle partite con quello opposto, il mancino. Insigne junior ha trovato nel Parma la squadra giusta con la quale ripartire per rimettersi in gioco. A volerlo è stato in prima persona l’allenatore D’Aversa che ne era rimasto ammaliato durante un Avellino-Lanciano della stagione 2015-2016, ovvero quanto lui sedeva sulla panchina degli abruzzesi e Roberto iniziava a farsi le ossa non troppo lontano da casa.
Dopo la parentesi in Irpinia ha trascorso una stagione a metà tra la voglia di emergere nel Napoli (zero presenze fino a gennaio 2017) e quella di lottare con il Latina (un gol e quattro assist in 19 apparizioni da febbraio a giugno) retrocesso in serie C a fine stagione. Alla fine della scorsa estate, però, è arrivata la chiamata dal Parma dove l’impatto non è stato di quelli indimenticabili con cinque presenze nelle prime 10 giornate di cui solo tre da titolare. Poi la svolta è arrivata lo scorso 21 ottobre contro la Virtus Entella. Subentrato a 19′ dalla fine, Roberto serve un assist a Calaiò per il gol del sorpasso e poi realizza anche il suo primo centro stagionale risalto il punteggio sul 3-1. Da quel momento le sue prestazioni sono salite di tono: titolare nelle due gare successive e sempre il gol (sia con Foggia che Avellino) arrivando a stabilire il suo piccolo record di tre gol di fila in altrettante partite.
Merito anche delle scelte dell’allenatore che lo ha riportato stabilmente a giocare largo a destra del tridente, ruolo nel quale si sente maggiormente a suo agio. A Napoli faceva la controfigura di Callejon e dallo spagnolo ha imparato tantissimo, nei movimenti ma non solo. A differenza del 7 azzurro, Roberto Insigne è mancino e partendo da destra guarda la porta, la punta e va sempre dritto a calciare.
A fine partita non manca il messaggio o la telefonata con Lorenzo, il fratello maggiore di cui non è stato mai geloso. Solo una sanissima complicità grazie alla quale fa sempre tesoro dei consigli che arrivano puntuali. Consigli che a questo punto non fanno bene solo a lui ma a tutto il Parma che è diventato a tutti gli effetti la sua seconda famiglia. Fa spesso coppia fissa con Dezi – anche lui prodotto del vivaio azzurro – ma è tutta la squadra ad averlo preso in simpatia. A 23 anni ha ancora tutta la strada davanti per seguire le orme del fratello. Con il sogno nel cassetto di poter giocare insieme con le maglie azzurre: quella del Napoli e quella della Nazionale. Minimo comune denominatore di quel Dna che è già diventato un oggetto di studi scientifici.

Fonte: Il Mattino

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