Un rinomato addetto ai lavori, che al Corriere dello Sport-Stadio chiede l’assoluto anonimato essendo parte in causa, non usa mezzi termini. «Interrompere la preparazione estiva per andare a raccattare ingaggi peraltro modesti. Se rapportati allo sforzo sostenuto, è una scelta demenziale.
Non esiste un rapporto di causa ed effetto con la rottura del crociato anteriore. Ma credo che il calciatore del terzo millennio debba essere trattato con la massima cura e con il massimo rispetto. Invece, in troppi casi lo si spreme come un limone. Imponendogli tour de force massacranti e sperando non si faccia mai male. Ma il corpo umano è una macchina perfetta e quando si ribella, son dolori».
Corriere dello Sport