Zazzaroni lo scrive sul Corriere dello Sport
“Così come col Real alcuni mesi fa, il Napoli esce dalla doppia sfida col City con la consapevolezza di aver affrontato un avversario più ricco e attrezzato senza tuttavia denunciare l’inferiorità. Film già visto: interpretazione molto convincente a terra, disastrosa in cielo. I soliti angoli, i centimetri in meno, i rischi aerei della zona.
Sarri li voleva impaurire, i fenomeni del momento, e li ha impauriti. Venticinque minuti, i primi, da mandare a memoria: questa volta se li è fatti tutti lui, e Guardiola li ha subiti. Quasi una vendetta.
Venticinque minuti di calcio eccitante, hot, con tanto di orgasmo procurato al pubblico dal gol di coppia: Insigne-Mertens-Insigne, purissima geometria.
In quella frazioncina il gioco seducente s’è esaltato nei recuperi di Allan e Jorginho, perfetti, puntuali, quasi brutali; nel palleggio rapido e preciso elaborato da Hamsik, Insigne (per lui anche una traversa) e Ghoulam, il migliore in campo a Manchester, la cui uscita per infortunio (dentro Maggio) ha costretto la squadra a cambiare percorsi e ritmi: la fonte di sinistra, la principale, talvolta l’unica, si è a lungo esaurita.
Il City si è potuto accendere solo dopo la mezz’ora, è uscito dal blocco, ha trovato il pari con Otamendi e, nella ripresa, il vantaggio con Stones, sempre di testa – remembering Sergio Ramos.
Il Napoli ha comunque avuto la forza di recuperare il risultato su rigore. Prima di essere punito
definitivamente. Stavolta in contropiede”.