Un anno fa, di questi tempi, Sergio Agüero rischiava di diventare un tormentone per Pep Guardiola dopo che il tecnico catalano lo aveva lasciato in panchina contro il Barcellona al Camp Nou. «Mi serviva un centrocampista in più per controllare la partita» aveva detto al momento di scendere in campo e prima di prendere quattro sberle da Lionel Messi e soci. Da allora il rapporto è più sereno. Il Kun accetta le esclusioni tecniche e i riposi (non molti a dire il vero, anche se se sabato contro il West Brom è rimasto fuori) e, in cambio, dicono i colonnelli del Pep, ha migliorato tanto in fase di pressing e movimento. Il fatto che Guardiola lo abbia fatto rifiatare sabato la dice lunga sul rispetto che ha per gli uomini di Sarri: al San Paolo servirà il miglior Agüero. E chissà che non sarà una serata particolare per il bomber argentino perché al prossimo gol che segna diventerà il miglior cannoniere della storia del Manchester City. Adesso ne sono 177. Farlo al San Paolo, dove il suo ex-suocero – e nonno del figlio, il piccolo Benjamin, che oggi ha otto anni e che vanta come padrino Lionel Messi – ha scritto la storia del calcio mondiale, sarebbe speciale.
BALLOTTAGGI. Agüero centravanti significa ballottaggi negli altri ruoli avanzati dello scacchiere di Guardiola. Sulle fasce vi saranno due tra Sterling, Sane, Gabriel Jesus e Bernardo Silva, con i primi due favoriti. Intoccabili David Silva e Kevin De Bruyne in cabina di regia, così come Fernandinho a protezione della difesa e nel ruolo di “play basso”. Dietro, vista l’indisponibilità dei lungodegenti Benjamin Mendy e Vincent Kompany i giochi sono presto fatti. Walker a destra, Delph a sinistra e la coppia Stones-Otamendi davanti al solito Ederson.
Fernandinho. Al City, con ogni probabilità, basterebbe anche un pareggio ma Guardiola, si sa, non fa calcoli e neanche Fernandinho: «All’andata è stata molto dura nel secondo tempo, il Napoli è una grande squadra, diversa dalle altre. Sarà una partita assai difficile».
Intanto il City si coccola i baby, in particolare il portiere Curtis Anderson e il centrocampista Phil Foden, votato miglior giocatore del mondiale Under 17, appena vinto dall’Inghilterra. A differenza di altri tecnici, Guardiola non ha riserve nel ricoprire di elogi i suoi giovani: «Foden ha appena 17 anni ma si allena con noi tutti i giorni e impara dai fuoriclasse che ha intorno. Non ho dubbi, crescerà e lo vedrete preso al mondiale, quello vero». Stile diverso, stile-Pep.
Fonte: C dS