Gazzetta – Sarri e Guardiola, due palmares molto diversi, ma un’unica idea del calcio

Maurizio Sarri e Pep Guardiola, rispettivamente allenatori del Napoli e del City, hanno due palmares diversi. Due vite completamente diverse. Due carriere altrettanto diverse, ma l’idea del calcio sembra essere la medesima. Guardiola parla almeno quattro lingue, cinque col tedesco. Sarri non disdegna un linguaggio colorito per esprimere i suoi pensieri. Guardiola è sceso in campo anche in cravatta, ma preferisce felpa con cappuccio o maglioncino. Sarri è l’uomo in tuta per eccellenza. Guardiola ha allenato grandi squadre prima di arrivare al City, come il Barcellona e il Bayern Monaco. Sarri è passato dalla Sangiovannese, al Pescara, dall’Arezzo al Verona e via discorrendo, fino all’Empoli. Da qui poi è passato al Napoli. L’allenatore del City ha vinto la Champions prima come giocatore, e poi da allenatore. Per Sarri la Champions è al secondo anno di partecipazione.

Il santino e santone di Guardiola è Johan Cruijff, ma questo lo accomuna in qualche modo a Maurizio Sarri, per il quale la cravatta è un nodo scorsoio. La lingua una cosa da utilizzare com serve e senza fronzoli, casomai con qualche tocco di rudezza.

In panchina domani al San Paolo c’è uno scontro di stili per quel che riguarda l’immagine e la forma. Mentre per quel che riguarda la sostanza del pallone c’è poco da differenziare. Possesso
palla, calcio attrattivo, propensione all’attacco.
Guardiola può permettersi da sempre di farlo con giocatori sopraffini e ora anche Sarri, al di là dei fatturati, ha modo di sbizzarrirsi.
La Gazzetta dello Sport
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