L’editoriale di Marolda sul Corriere dello Sport:
“Ci sono partite imbarazzanti. E squadre imbarazzanti. No, l’orgoglioso Sassuolo non c’entra, poveretto. L’imbarazzo è quello che crea il Napoli a chi lo guarda e ne gode da vicino e da lontano. Un imbarazzo figlio d’una superiorità tanto schiacciante ed evidente che quasi quasi chi ne fa le spese fa pure tenerezza. Dite che almeno due dei tre gol del successo sono stati sporchi, casuali, tanto facili da sembrare addirittura fortunosi? Forse è vero, ma se il pallone ce l’hai sempre tu e metti l’ansia addosso a chi difende, beh, prima o poi qualcosa ci ricavi. Cosicché pure la fortuna diventa meritata perché parente stretta di quel palleggio asfissiante, ricamato che è strumento di ricerca d’un modo di giocare. Non il più facile e più comodo, certo, ma di sicuro il più spettacolare. Se le cose vanno bene, si capisce. Del resto, se il fine d’ogni squadra è arrivare all’altra porta il più in fretta che si può, non ci sono che due modi per riuscirci: cercare la via lunga e verticale e lo scontro fisico se occorre, oppure provarci creando e cercando spazi liberi sul prato. Ed è il secondo che appartiene al Napoli, il quale a quel palleggio fitto e prolungato non chiede tanto di tener nascosto il pallone all’avversario, quanto di prosciugarne le risorse e le speranze.
Bene dunque. Anzi, benissimo a tre giorni dal ritorno con il City che – nove su dieci – deciderà del futuro azzurro in Champions. Bene, benissimo. Eppure, se volesse darsi dei pensieri, questo Napoli che vince, che ammalia e che meritatamente comanda il campionato, un motivo ce l’avrebbe. O, almeno, dovrebbe dare una risposta credibile ad un interrogativo un po’ inquietante. Questo: perché degli otto gol che ha preso, ben sei li ha beccati da squadre che si chiamano Verona, Genoa, Sassuolo e Spal che sono in fondo al gruppo assieme al Benevento? Perché il Napoli resiste all’Inter e alla Roma e poi fa il distratto e lo spensierato con chi ha meno campioni, meno ambizioni e meno qualità? Forse il problema è una crescita di gruppo e di mentalità che non s’è ancora compiuta per intero? O di presunzione, che sarebbe ancora peggio? Intendiamoci: se prendi un gol oppure due ma comunque vinci, passi pure, ma poiché non sempre può accadere, alla lunga il conto dei gol presi rischia di pesare e come. Ecco: forse è proprio questo l’ultimo passo che deve fare il Napoli per comandare il campionato sino in fondo”.