ESCLUSIVA – E. Albarella: “Napoli e il calo fisico? Sono luoghi comuni, Vi spiego il momento degli azzurri”
Dopo le sfide contro Roma, Manchester City ed Inter, adesso il Napoli dovrà cercare di sfruttare al meglio il calendario con sfide non impossibili per mantenere la vetta della classifica. In questi giorni si discute sulla condizione della squadra di Sarri dopo la gara contro i nerazzurri e ilnapolionline.com ne ha parlato con il neo preparatore atletico degli Emirati Arabi di mister Aberto Zaccheroni Eugenio Albarella durante la presentazione di ieri mattina all’Auditorium della Rai del libro di Siver Mele “La volata del Gregario”.
Sabato sera è arrivato in campionato il primo pareggio in campionato contro l’Inter. Secondo lei contro i nerazzurri è stato un calo fisico? “Dico che è il solito luogo comune quello inerente al calo fisico, nel senso che quando una squadra non ottiene il bottino pieno si usa sempre questo concetto per parlarne con forza. Io penso che sabato scorso il Napoli abbia fatto un’ottima partita sotto l’aspetto fisico. Non ci dimentichiamo che gli azzurri da due mesi giocano ogni tre giorni e vorrei spiegare con esattezza i concetti di condizione e forma. Sulla prima situazione lo dice la parola stessa sono condizionali e riguarda la forza, la resistenza e la velocità e queste doti la squadra di Sarri ce le ha visto che si allena con costanza. I parametri prestativi della sfida contro l’undici nerazzurro dicono che ha fatto una buona prestazione a livello fisico. Il problema è che qualcuno di loro ha una buona condizione ma non è in un buon periodo di forma. Cos’è la forma a differenza della condizione? E’ quando c’è un aspetto mentale, psicologico che condiziona l’aspetto condizionale, qualcuno tipo Mertens è da qualche settimana non sta attraversando un buon momento dal punto di vista psicologico. Dove fino a qualche settimana fa era brillante e qualsiasi cosa faceva, ci riusciva al massimo. Questo perché? La condizione fisica la si può gestire in un breve lungo periodo, mentre la forma la si può gestire solo per un breve momento”.
Lei ad un certo punto ha parlato di calendari e su questo argomento Sarri dice che dovrebbero essere fatti con un certo criterio. Cosa ne pensa a riguardo? “Io credo ch quando si mette in mezzo il discorso dei calendari, penso che si voglia tirare acqua al proprio mulino. L’esperienza di questi anni mi insegna che giocare ogni tre giorni e con sfide difficili come le ha avute il Napoli. Dal punto di vista teorico ti può portare degli svantaggi, visto che non ti puoi allenare al meglio. Da un altro aspetto invece ti aiuta per quanto riguarda la motivazione, visto che sfide contro Roma, Manchester City e Inter si preparano da sole. Al contrario sarebbe stato che dopo il match di Champions avessi sfidato in campionato l’ultima in classifica, lì a livello psicologico potevi entrare in campo meno determinato ed un pessimo approccio alla partita. La sfida contro l’Inter non è stata difficile per il tipo di avversario, ma è stato contro una compagine che non disputa le Coppe. I ragazzi di Spalletti hanno avuto una settimana per preparare al meglio la gara contro gli azzurri, quindi non c’entra nulla il calendario come spesso sento in giro”.
Ora le prossime sfide saranno contro Genoa-Sassuolo e Chievo con in mezzo la sfida al City di Guardiola. Crede che ci possa essere un calo mentale contro avversari non di primissima fascia? “Non conoscendo lo spogliatoio del Napoli non posso sbilanciarmi sul tipo di approccio che si possa avere contro questi tipi di avversari, sarei un presuntuoso. Ad oggi posso dire che il Napoli è una squadra che sa il fatto suo, ha grandissimi motivazioni e per me sa gestire al meglio sul concetto di approccio alle gare, qualsiasi siano gli avversari. Il Genoa? L’unica difficoltà potrebbe essere legata al sistema di gioco, visto che Juric applica il 3-5-2, modulo simile all’Atalanta di Gasperini che lo scorso campionato mise in difficoltà i partenopei. Io credo però che tatticamente, fisicamente e a livello mentale saprà come affrontarli e può portare a casa i tre punti”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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