Il Mattino – G. Pandev: “De Laurentiis? Persona perbene ed innamorato del pallone. Benitez ha gettato le basi per un grande Napoli”
Ha più vite calcistiche di un gatto, Goran Pandev. Ora se ne sta acquattato, in attesa di un segnale di Juric, il suo allenatore al Genoa. L’occhio rimane sornione, ma dentro crepita il fuoco. «Napoli è un bel pezzo di me, ho vissuto tre anni super. Con Mazzarri e Benitez mi sono divertito, avrei potuto vincere uno scudetto ma l’anno di Rafa sono state gettate le basi di questa squadra che adesso gioca il più bel calcio d’Italia». Diventerà presto italiano, Goran il macedone. Ne ha fatto da tempo richiesta. «Qui è la mia seconda casa».
Sarri, dice Guardiola, è il simbolo della nuova Italia calcistica che ha messo da parte il catenaccio. «Vero, ma noi all’Inter abbiamo vinto una Champions difendendo bene e ripartendo in contropiede. Quindi tanto male non è neppure il vecchio gioco all’italiana. A Londra con il Chelsea, in una delle notti storiche di quell’annata del Triplete, mi ritrovai a fare persino il terzino…».
Il Napoli ora difende anche bene però. «Certo. Tanto. Ed è per questo che è una delle squadre che con Inter e Juventus può davvero lottare fino alla fine per lo scudetto».
A Insigne ha visto muovere i primi passi in azzurro: immaginava che diventasse così importante per il Napoli e l’Italia? «Mi ha sempre colpito la sua determinazione a voler vincere il campionato con la maglia della sua squadra del cuore. Ha sempre avuto grande talento ed era chiaro che aveva i numeri per diventare un campione».
È lui il pericolo numero uno domani sera a Marassi? «E Mertens? E Callejon? Uomini straordinari. Con il loro arrivo a Napoli hanno portato anche la mentalità vincente che avevano nei loro rispettivi club. Ora sono al top della loro maturità».
Si immaginava il belga goleador?
«Beh, ho sempre pensato che uno che ha la sua tecnica poteva giocare in qualsiasi ruolo dell’attacco. Ha sempre interpretato bene ogni situazione tattica, con personalità».
Un giorno Mourinho: Non bisognerebbe mai privarsi di uno come Pandev. «Lo ricordo. Giocavo in più ruoli, dove diceva lui, ma è così che si fa. Occorre sempre mettersi a disposizione della squadra, io lo facevo».
Un Genoa così in basso è una sorpresa? «Sì, anche per noi. Ma siamo in crescita: siamo reduci da due risultati importanti con il Cagliari e il Milan e abbiamo una voglia matta di uscire fuori da questa situazione».
In serie A c’è un divario enorme tra le prime cinque e le altre.
«Impressionante. E le big devono capire che lo scudetto si vince e si perde proprio contro queste squadra di bassa classifica. Alla fine sono questi eventuali scivoloni a fare la differenza».
Il Napoli poteva vincere lo scudetto con lei? «Vero, per un club e una tifoseria come quella azzurra conquistare solo la Coppa Italia è stato davvero poco. Ricordo con rabbia la Supercoppa a Pechino. Sono stati tre anni bellissimi, mi sarebbe piaciuto regalare ai napoletani il trionfo in campionato: con Cavani, Lavezzi era una gran bella squadra».
I suoi problemi fisici? «Ne ho avuto qualcuno quest’anno. Ma ora sono pronto e sono disponibile».
Che ricordo ha di De Laurentiis e Moratti? «Due presidenti innamorati del pallone e due persone perbene».
Che rimpianti deve avere Pavoletti?
«Mi è dispiaciuto che non sia riuscito a confermare il suo valore. Pensavo che potesse dare una grande mano a questo Napoli, ma forse non andava bene per questa squadra».
Da attaccante ad attaccante, che merito ha Mertens? «Lui ha tutto per fare qualsiasi ruolo. Da prima punta è impressionante: ha forza, tecnica, caparbietà. E non si arrende mai. Spero che sia lui a vincere il titolo di capocannoniere».
Con Benitez anche lei qualche volta ha fatto il falso nove? «Era tutto un altro modo di giocare a calcio. Questo Napoli, adesso, ha il miglior gioco di Italia. E tra i più divertenti di Europa. I giocatori tecnicamente bravi si divertono con Sarri. Giocano a memoria».
Col Genoa a Marassi per il Napoli è sempre dura? «Dobbiamo fare punti e per fermare il Napoli dobbiamo fare il 200 per cento. Il mister sta preparando bene la partita, è difficile, sappiamo bene che loro sono in un momento straordinario. Ma anche noi arriviamo da un bel pareggio».
Della Juve cosa la colpisce di più? «Ha ancora fame. Ha vinto sei scudetti ma ha vuole vincere ancora un altro».