Attacco azzurro – Sottile il confine tra il rimpianto dello spreco e la bravura di Handanovic che si conferma tra i top d’europa. Più volte salva quel risultato che il Napoli legittima per possesso, qualità di gioco, manovra, geometrie anche se non sempre lucide. Catenaccio? Si. L’Inter si chiude tutta nella sua metà campo e non rischia mai. Si chiude, prova a ripartire con palloni lunghi mentre il Napoli organizza la propria partita fatta di tutt’altra roba. E’ difficile stabilire cosa e come il Napoli possa fare per vincere una partita difficile al cospetto di un’Inter blindata che gioca da provinciale. Il Napoli ci prova, l’attacco non è lucido. Tanti i rimpianti del duo Mertens ed Insigne con il belga che spreca un’occasione d’oro e non dà ad Insigne la palla d’oro del match. Mancanza di lucidità? Avidità? Stanchezza? Si mescola tutto davanti ad Handanovic al cospetto di chi pensa a difendersi. Un dato è certo, la componente sfortuna è rilevante e si scontra con la bravura di un portiere attento di una difesa che legge ogni trama. Lo scenario non riesce a cambiare perché triangolazioni e passaggi corti muoiono li dove di solito sfociano nel goal. Dalla panchina le soluzioni non possono arrivare perché manca quel centravanti che forse occupa l’area in maniera fisica ed offre una soluzione nel gioco areo che proviene dai lati. Finisce zero a zero, nonostante la generosità di Callejon non basta l’impegno di Insigne e Mertens e di Hamsik che esce ancora al 70 esimo. Stasera l’importante è non subire, è il dato che alla lunga porta alla vetta. Il goal da queste parti mai è stato un problema.
a cura di Alessandro Tullio