D. Croce (ex di Sarri): “Lui prima era un integralista, ora è il migliore di A”

Daniele Croce, centrocampista classe ‘82, oggi alla Cremonese, è “il” giocatore di Sarri.

Si sono incrociati la prima volta a Pescara nel 2005-06 «e mi resi conto subito che avevo davanti un allenatore speciale, con delle conoscenze tattiche che non aveva nessuno». Si sono ritrovati per caso ad Arezzo, quando Sarri sostituì Antonio Conte, e da allora l’allenatore di Figline lo ha messo sempre in cima alla lista degli acquisti, ovunque andasse. Sono stati insieme ad Alessandria, a Sorrento e poi a Empoli, quando hanno vinto il campionato di Serie B e debuttato, tutt’e due anzianotti, in Serie A.

Perché Sarri non è stato scoperto prima di Empoli«Perché il calcio è così, succede talvolta anche ai giocatori di arrivare in A in età avanzata. E comunque Sarri si è evoluto in questi anni, prima era più integralista, aveva delle fisse, per esempio nessuno doveva mettersi le scarpe bianche da gioco, ma solo quelle nere».
Faceva bene, che c’entrano le scarpe bianche su un campo di calcio? Comunque, cosa è successo dopo?
«E’ successo che il suo calcio ha cominciato ad avere dei risultati. Quando siamo arrivati a Empoli, aveva delle idee chiare e la squadra le ha recepite quasi subito».
Perché quasi subito? 
«Perché all’inizio giocavamo col 4-2-3-1, il suo modulo di riferimento, e non andavamo bene. Poi un giorno, prima della trasferta decisiva a Lanciano, provò il 4-4-2 e il 4-3-1-2, era indeciso, parlò con noi giocatori, puntò sul rombo e cominciammo a volare. Aveva visto la squadra con l’occhio contento, come dice lui». 
Cosa vedeva Sarri in Croce? 
«Un giocatore adatto al suo calcio. Gli piacevo per la tecnica, ma soprattutto perché, sul piano tattico, mettevo in campo le sue idee. Eravamo in sintonia». 
Empoli è la garanzia del bel gioco. Come lo spiega? 
«Con l’ambiente che trasmette serenità, con le idee della società, con la programmazione. Oggi Sarri è il miglior allenatore della Serie A. Ha allargato gli orizzonti, conosce tutti i piccoli particolari degli avversari. Lo definirei un “allenatore totale”». 

Fonte: CdS

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