Le ultime apparizioni della nazionale di Giampiero Ventura sono state assai poco esaltanti ed i risultati ottenuti costringeranno la selezione del bel paese a cercare il pass per i mondiali di Russia, attraverso gli spareggi. Visto il particolare momento, tra i tifosi italiani ha iniziato ad insinuarsi un dubbio: il calcio italiano è ancora capace di allevare giovani talenti? Da Rivera, Mazzola e Zoff, fino a Totti, Del Piero e Buffon, passando per Baresi, Maldini, Scirea, Rossi, Cabrini, Zenga, Cannavaro e Ferrara la storia è ricca di calciatori italiani che hanno scritto pagine importantissime di storia, tenendo alto il vessillo tricolore. Tuttavia, dopo oltre dieci anni dalla notte di Berlino, nessun selezionatore è stato capace di individuare un gruppo giovane che potesse in futuro emulare le gesta del gruppo di Marcello Lippi. Qualcuno ha puntato il dito contro i troppi calciatori stranieri che affollano le rose di tutta la serie A e di gran parte della cadetteria. In effetti, sempre più spesso si preferisce affidarsi a qualche nome esotico, anche se privo di sostanza, piuttosto che avere il coraggio a quattro mani e dare fiducia a qualche giovane italiano che, sebbene privo di esperienza (…ma se non gioca come fa?…), possiede doti tecniche da futuro top player. Negli ultimi tempi, tuttavia, questa tendenza sta progressivamente cambiando e l’esempio è quello dato da Sinisa Mihajlovic che, da tecnico del Milan, ebbe il coraggio di lanciare nella bolgia della serie A Gigio Donnarumma, poco più che sedicenne. Incuriosito da questo fatto, ho fatto una ricerca di quelli che potrebbero avere le carte in regola per far parte della nazionale del futuro prossimo. Partendo dai portieri, Donnarumma è il caso più eclatante di talento giovanissimo ma dal futuro pressochè segnato, destinato ad una carriera ad altissimi livelli. Ricordi però, il buon Gianluigi, che un grande calciatore è anche colui che riesce sempre a mantenere il giusto equilibrio e che, di contro, per colpa di decisioni e comportamenti poco condivisibili, non sono pochi i talenti rimasti inespressi. A fare compagnia al numero uno del Milan, c’è Mattia Perin, portiere di enorme talento la cui ascesa è stata frenata da alcuni fastidiosi infortuni. Nel Genoa, il portiere che figura anche sul taccuino di Giuntoli per sostituire Pepe Reina, sta tornando ai suoi livelli che gli garantiscono la presenza costante nella nazionale di Ventura. In futuro si parlerà anche di Meret, talento esploso in serie B tra le fila della sorprendente SPAL e presto approderà in un club dalle grandi ambizioni…sarà solo questione di audacia e lungimiranza. Tra i difensori figura un nutrito gruppo di elementi di sicuro affidamento. Si comincia da Florenzi, una sorta di jolly in grado di giocare ovunque sulla fascia destra ma spesso utilizzato come terzino di spinta, a cui fanno buona compagnia due omologhi emigrati in Premier League in cerca del definitivo salto di qualità: Darmian, attualmente alla corte di Mourinho nel Manchestr United e Zappacosta, giunto al Chelsea di Conte. Una curiosità: entrambi, sono di provenienza della scuola Torino. Tra i difensori centrali c’è l’imbarazzo della scelta. Rugani e Romagnoli, rispettivamente alla Juventus ed al Milan, hanno la possibilità di far parte del gruppo della ricostruzione delle rispettive squadre e lo stesso percorso potrebbero farlo due calciatori di scuola Atalanta: Conti e Caldara, con il primo già di rossonero vestito. Completano il reparto due elementi di cui probabilmente si è detto meno rispetto ai loro colleghi ma sulle cui doti sono pronto a scommettere. Entrambi giocano come terzini di fascia mancina: Calabria, in forza al Milan ed al centro di un progetto ambizioso di ricostruzione partendo dai giovani di talento, e Barreca, attualmente tra le fila del Torino sul quale Sinisa Mihajlovic, lo scopritore di Donnarumma, è pronto a fare un nuovo atto di fede. Tanta qualità tra centrocampisti e attaccanti a cominciare da quel Verratti, talento puro che il nostro campionato troppo presto si è lasciato sfuggire e troppo presto rinnegato dai capricciosi sceicchi proprietari del PSG. Se lo juventino Sturaro è già una garanzia, anche se le ultime apparizioni da terzino destro ne stanno mortificando il talento, il granata Baselli è ancora alla ricerca della continuità dopo l’infortunio che ne ha leggermente frenato l’ascesa. Spinazzola e Gagliardini rappresentano la massima espressione di quanto enorme sia il potenziale del settore giovanile dell’Atalanta, un’autentica fucina di campioni. Mentre il primo aspetta di completare il proprio percorso di crescita in attesa della grande occasione a strisce bianche e nere, il secondo è già passato al nerazzurro di maggiore prestigio, quello dell’Inter. Di recente scoperta ma di sicuro talento anche Pellegrini, su cui la Roma ha investito con coraggio e Barella, attualmente alla corte di Rastelli al Cagliari ma con tanti occhi delle big addosso. Dove è possibile sbizzarrirsi è nel parco attaccanti a cominciare dalla coppia partenopea del gol (coppia, purtroppo, solo in nazionale): Insigne ed Immobile, esplosi nel Pescara di Zeman insieme a Verratti e calciatori di uno spessore tale da autorizzare i rispettivi tifosi a cullare sogni di gloria. Belotti del Torino e Berardi del Sassuolo sono due espressioni del talento semplice ed al contempo efficace della scuola italiana, entrambi alla ricerca del giusto trampolino di lancio verso il grande salto di qualità. A questi giovani ma già esperti talenti, si affiancano altri elementi che prestissimo faranno parlare di sé in tutta Europa. In primis Bernardeschi, talento della Fiorentina giunto alla corte di Allegri la passata estate. Chiesa, figlio d’arte ed anch’egli di proprietà della squadra gigliata, fa letteralmente impazzire Aurelio De Laurentiis ed è destinato a breve a cambiare casacca per il salto definitivo. Verdi, attualmente al Bologna di Donadoni, ha movenze e guizzi che ricordano il napoletano Insigne, che Sarri avrebbe voluto proprio per far rifiatare il Magnifico azzurro. Meno famosi ma altrettanto validi sono Petagna, che con il Papu Gomez e Ilicic sta facendo sognare i tifosi della Dea e Caprari, che si è già messo in evidenza nella Sampdoria. Non faremo formazioni ed ipotesi, preferendo di lasciare alla fantasia del lettore ogni possibile combinazione e modulo. Basta solo aggiungere che a Roma ci sono due espressioni del massimo talento italiano anche tra gli allenatori, sulle panchine di Roma e Lazio e che il futuro del nostro pallone, nonostante la legge Bosman, è tutt’altro che finito. Occorre coraggio e lungimiranza, la stessa che ha portato la Germania a vincere gli ultimi campionati del mondo.
Riccardo Muni