Un chip da mezzo euro che sostituirà il tradizionale cartellino di tutti i tesserati Figc. E un algoritmo in grado di rivelare in tempo reale il grado di pericolosità delle azioni di gioco. Sono le due idee che hanno riscosso più successo tra quelle proposte dai 180 partecipanti al 1° Hackathon del calcio. Organizzato dalla Federcalcio in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento.
I due progetti sono stati premiati al termine della “maratona dell’innovazione”. Maratona durata 24 ore e che ha visto partecipanti da molti Paesi europei e quasi tutte le regioni italiane. L’obiettivo dell’evento era di definire progetti di business. Prototipi di soluzioni tecnologiche o applicazioni specificamente legati al calcio. Due sono stati gli ambiti indicati dai vertici della FIGC per la presentazione dei progetti. La match analysis, ossia come analizzare i big data nel mondo del calcio. E la valorizzazione del rapporto fra la FIGC e i suoi oltre 1,3 milioni di tesserati.
Alla fine, ad avere la meglio sono state le invenzioni messe a punto durante la no-stop di 24 ore da due team italiani.
Questi ultimi – cinque ragazzi provenienti dalle università di Siena, Milano, Trento oltre che dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento e dal CNR – riuniti nel team OGM, hanno vinto nella categoria “match analysis” con il loro progetto “Action Mining”: l’algoritmo da loro ideato permetterà di estrarre e di analizzare in pochi istanti i dati di gioco durante una partita per capire quale sia l’indice di pericolosità delle diverse azioni effettuate dai giocatori in campo.
I quattro membri del team “FBI – Football Identity” – tutti iscritti all’università di Trento – si sono invece imposti nell’altra categoria, ideando una proposta che punta a eliminare la tradizionale tessera FIGC in favore di un più moderno “gettone” (o “token”) che monitora le attività, il rendimento e le condizioni degli atleti: “Il token – spiega Tommaso, uno degli ideatori – è un chip in grado di immagazzinare e scambiare dati. Costa 50 centesimi e può funzionare con l’Nfc (la tecnologia di vicinanza che permette ad esempio a un tornello di aprirsi quando avviciniamo con il badge)”. Quali dati può contenere? Praticamente infiniti. “Dentro – aggiunge il suo compagno di squadra, Alessandro – possono finirci tutti i dati di un atleta: quante volte si allena, quando, dove, quali progressi compie. Tutti dati che possono essere comunicati, ad esempio, allo smartphone dell’allenatore semplicemente avvicinandolo”.
Corriere dello Sport