Poche persone al mondo conoscono così da vicino i metodi di lavoro di Guardiola come Matias Manna.
Che a Guardiola, quando Pep era ancora in campo, aveva dedicato nel 2006 un blog, “Paradigma Guardiola”, poi diventato anche un libro. Ha conosciuto Pep quando, a fine carriera, stava per trasferirsi a giocare in Argentina, salvo poi optare per il Messico, e l’ha seguito nella sua strabiliante carriera in panchina. Al Barcellona, al Bayern, quindi al City: Guardiola gli ha sempre permesso di assistere a tutti i suoi allenamenti e di filmarli, per poterli analizzare e commentare sul web. Ora che è un allenatore professionista, Manna guarda con grande interesse anche ai metodi di lavoro di Sarri: Manchester City-Napoli sarà sul piano tattico una sfida epocale.
Ci siamo: Sarri a casa di Guardiola, il trionfo del possesso palla.
Guardiola ha ispirato una nuova generazione di allenatori. Il 4-3-3 di Sarri che significato ha sul piano dell’evoluzione del gioco?
«Il Napoli di Sarri avvicina tutti noi allenatori all’idea che in una squadra la difesa e l’attacco non siano concetti dissociati. E l’ottima organizzazione difensiva del Napoli permette di essere anche la migliore squadra della Serie A a costruire passaggi e gioco nella metà campo avversaria».
In cosa si somigliano Sarri e Guardiola?
«La gestione dello spazio è l’inno, il manifesto del calcio di Sarri e, perché no, anche quello di Guardiola. Una gestione dello spazio alla Sacchi, che fa riferimento anche alla tradizione dell’Ajax e anche al primo periodo dell’Estudiantes di Bilardo di fine anni Sessanta».
Come si sviluppa l’attitudine al possesso palla?
«Se ci si difende pensando esclusivamente all’uomo, e adattandosi troppo all’avversario del momento, non si riuscirà mai ad ottenere una idea di costruzione del gioco. Sarri invece la ottiene. Soprattutto perché ha Jorginho, uno dei migliori “architetti” degli ultimi dieci anni, con Xavi e Kroos. Gli altri allenatori non sceglierebbero Jorginho. O preferirebbero attaccare sulle fasce o dare precedenza al pressing. Sarri e Guardiola, invece, privilegiano il passaggio nell’area avversaria. I campioni negli ultimi due Mondiali, non a caso, sono stati quelli che sono riusciti di più a fraseggiare nella metà campo avversaria».
Quali saranno i duelli chiave?
«Il Napoli deve avere pazienza a centrocampo per trovare la verticalizzazione ideale per il suo attacco. Senza questa tranquillità non ci sarà la “sorpresa”. La squadra di Sarri viaggia a ritmi distinti, alterna pause e accelerazioni. I singoli? Ha Jorginho e Mertens. Ma soprattutto tiene insieme i singoli in una determinata maniera, con una idea di gioco che credo sia sostenibile anche per come il Napoli sceglie di gestire gli spazi in fase difensiva. C’è un’idea collettiva di gioco, anche in fase difensiva non contano le individualità».
Fonte: CdS