Ecco alcune risposte ai microfoni della Repubblica
Suo padre era campione di ginnastica, sua madre docente universitaria. Come nasce il Mertens calciatore? «A quattro anni: vado a vedere un allenamento di mio fratello e scappo a giocare con i bambini più grandi, di nascosto. Un allenatore se ne accorge: invece di sgridarmi dice a mio padre di riportarmi lì il giorno dopo».
Aveva già un idolo, un campione da imitare? «No, non vedevo le partite in televisione. Avevo due pali e una traversa montati in giardino, il passatempo delle mie giornate. In Belgio piove spesso, ma nei miei ricordi di bambino ci sono soltanto delle partite interminabili, come se splendesse sempre il sole. Ho studiato per far contenta pure mia mamma: però l’allegria era quel pallone da spedire nella porta»