Ai microfoni del CdS l’ex azzurro Cannavaro
Paolo Cannavaro, cominciamo dal Sassuolo. Non avete avuto un buon inizio quest’anno. «Sì, come risultati non abbiamo cominciato bene, ma tranne le prime due partite, quando non c’era un Sassuolo cattivo, le altre almeno ce le siamo giocate».
Fino al secondo tempo della gara contro la Lazio. Cosa è successo?
«Eravamo come un pugile chiuso all’angolo, abbiamo subito un ko mentale prendendo tre gol in pochi minuti. Magari questa botta ci sveglierà. Dopo essere andati sotto abbiamo pensato “ci risiamo”, e abbiamo perso male dopo aver fatto un ottimo primo tempo».
Il passaggio al 3-5-2 come ha cambiato la squadra?
«In questo momento non è importante il modulo, ma la predisposizione di noi tutti. Quando il mister ci ha proposto di cambiare abbiamo accettato e ora siamo più accorti nella fase difensiva. Cerchiamo però di mantenere la stessa mentalità di sempre e di creare in attacco».
Ora però la classifica non è bella, vi aspettavate di vivere un momento così particolare?
«Onestamente no. Ma il cambio dell’allenatore e di qualche giocatore richiede tempo. Adesso però di tempo non ne abbiamo più, sono drastico ma dalla prossima partita siamo al vita o morte e dobbiamo fare punti».
Inizia un ciclo sulla carta abbordabile per risalire.
«Partite abbordabili non ce ne sono, pensiamo che la Fiorentina ha 7 punti… E noi ora abbiamo in testa solo la sfida contro il Chievo, non possiamo permetterci di fare progetti a lungo termine».
Lei è uno dei giocatori più esperti di questo gruppo: le è già capitato di vivere momenti del genere?
«In questo modo in realtà no, almeno con me in campo è la prima volta. Ma ricordo bene che una volta abbiamo preso sette gol (il secondo 7-0 subito dall’Inter, ndr) e credo che quando accadono queste cose la responsabilità in prima battuta è dei calciatori più esperti, come il sottoscritto. A Roma contro la Lazio ci sta di perdere senza fare drammi, ma prendere sei gol ti fa perdere fiducia e sei deluso. Il mister è positivo e ci sprona, la società pure, i tifosi ci stanno vicini, ma il rischio di creare sfiducia in noi giocatori c’è».
In questo la sosta può aiutarvi?
«Sì, perché aiuta a smaltire i cattivi pensieri. Sappiamo che siamo una squadra forte e che abbiamo tanta qualità. Tra quelle nella zona bassa della classifica il Sassuolo è quella che, guardando la rosa, c’entra meno».
Una parola su Bucchi, che allenatore è?
«Il mister è sempre pronto al dialogo e ti trasmette tante emozioni. A oggi il più grande dispiacere è di non avergli dato le gioie che merita».
Il fatto che sia al primo “vero” anno di serie A può essere un freno?
«No, se non avessimo perso 6-1 contro la Lazio non staremmo nemmeno a parlarne. Le altre sono partite perse spesso per episodi, penso a Bergamo o in casa col Bologna. Non mi attaccherei all’inesperienza di un allenatore che comunque lavora da anni e che la scorsa stagione ha sfiorato la promozione in A con il Perugia».
Cambiamo argomento e andiamo a casa sua. Il Napoli può vincere lo scudetto?
«La cosa che è diversa dagli altri anni: la squadra ci crede realmente e questo lo trasmette anche a chi è al di fuori. Dipende da loro e dipende dall’antagonista che è altrettanto forte come il Napoli. Da napoletano scaramantico dovrei dire no, ma è arrivato il momento di non nascondersi».
La città come sta reagendo a questo momento?
«La città spera, effettivamente siamo all’apice della nostra storia recente con De Laurentiis, c’è una squadra forte, c’è un allenatore che insegna calcio. Se non provi a vincerlo ora quando ci provi?».
Sarri è il numero uno degli allenatori in Italia?
«Non ho avuto la fortuna di averlo come allenatore, ma si vede che lavora nella testa dei giocatori e che, appunto, insegna veramente calcio».
Mertens è uno dei top nel suo ruolo?
«Mertens è sicuramente tra i migliori centravanti al mondo, è imprevedibile e ha la capacità rubare quel secondo al difensore, non da giocatore forte fisicamente ma da giocatore molto furbo. A Napoli ha imparato la furbizia e l’ha imparata bene».
Domenica prossima c’è Napoli-Roma.
«Quando Eusebio Di Francesco è andato via gli ho detto che gli auguravo di vincerle tutte tranne contro Napoli e Sassuolo…».
A Roma sta facendo davvero bene, se lo aspettava?
«Sta facendo molto bene, ma chi lo conosce sa che la squadra può fare ancora meglio quello che chiede lui. E’ un allenatore da seguire, così facendo si divertiranno e giocheranno ancora meglio».
Un’ultima domanda. La nazionale lotta per andare al Mondiale: c’è qualche suo compagno che potrebbe farne parte?
«Certo… Acerbi, ad esempio, è impossibile che non ci sia. Per quello che ha fatto nell’ultimo anno e mezzo meriterebbe senza alcun dubbio di essere nel giro azzurro».
Fonte: CdS