E’ il calcio made in Naples che ormai s’è costruito un suo cliché, sa di inclinazione e magari è vocazione artistica che si è fusa nel mercato del 2013 di Benitez e di Riccardo Bigon (Callejon, Mertens, Higuain) con ciò che c’era (Insigne, Hamsik) e con tutto quello che poi è arrivato in questo biennio con il direttore sportivo Giuntoli e in panchina Maurizio Sarri. E’ una scelta ormai filosofica, un atteggiamento, una postura, una tendenza ad essere gustosissimo, a piacere (magari anche a piacersi) in una verticalità quasi assoluta, una forza devastante dentro come un’onda anomala che si abbatte su chiunque: nel 2014, al termine del Rafa-1, furono 77 i gol in campionato (e 104 in assoluto) e poi, nel Rafa-2, fu toccata ancora (complessivamente) quota centoquattro, vette apparse teoricamente inaccessibili, invece esplorate, anzi cancellate, pardon ricostruite, con gli exploit dell’attuale tecnico azzurro, che in due anni è arrivato prima ad ottanta e poi a novanta (anzi a centoquindici nel totale, coppe comprese) e che adesso va persino oltre, senza che possa esistere una percezione definitiva del traguardo.
Fonte: CdS