Lo avevano scartato, lui ancora bambino, per via della statura: «Peggio per loro!». Ora che Lorenzo Insigne si misura con una valutazione di 100 milioni, ecco che l’orizzonte si è alzato, come le sue aspettative. E la stella napoletana ha parlato di tutto quel che gli gira intorno in questo straordinario avvio di stagione. Lo ha fatto a Coverciano, in una lunga e ricca intervista, concessa in esclusiva a Raisport: lui, il Napoli, Sarri, la Nazionale, Guardiola, Ventura, il Var, la Champions, lo scudetto, il 3-4-3 modulo preferito, il Barcellona e un paragone sincero: «Neymar contro Cavani? E’ successo anche a me con Mertens. Colpa dell’adrenalina del campo. Ma conta appianare le cose».
A TUTTO NAPOLI. Ovviamente tanto Napoli: «Non mi aspettavo di partire così forte. Ora dobbiamo mantenere questo ritmo. Il fatto di essere gli stessi dell’anno scorso penso che sia un vantaggio. Il nostro segreto è l’unione e la promessa di fare una grande annata e di vincere qualcosa. Ringrazio Guardiola per i complimenti. In passato si diceva che il Napoli giocava bene ma non vinceva nulla. A volte uno ci rimane anche male ma ora dobbiamo provare a portare a casa qualcosa perché per il gioco che esprimiamo e per le vittorie che stiamo facendo, stiamo dando un grande segnale».
CAPITOLO SARRI. Al tecnico Lorenzo ha dedicato parole importanti, con una deviazione sull’adorato Zeman: «Vive e parla di calcio tutti i giorni: noi lo ascoltiamo volentieri. Gli allenamenti alle volte sono un po’ pesanti e sempre divertenti, come si vede poi la domenica. Niente a che vedere con gli scaloni di Zeman… ma quelli mi sono serviti perché è grazie a lui se oggi sono qua ed ogni volta che lo vedo, lo ringrazio sempre per quello che mi ha dato. Tornando a Sarri, è uno che fa sentire tutti importanti, anche chi gioca di meno. Non fa mai capire la formazione perché mischia sempre le carte, e fa impegnare tutti nello stesso modo».
LORENZO MONDIALE. Un augurio a Belotti («Capisco Cairo che lo vuole tutelare, anche io prendo le botte…»), un voto pro Var («Penso stia risolvendo i problemi. Ci sta che a qualcuno piace a qualcuno no. Ora c’è e dobbiamo farcela piacere») poi le riflessioni sull’azzurro Nazionale: «Bisogna battere Macedonia ed Albania per evitare scontri con squadre più dure ai play off. Dobbiamo vincere a tutti i costi perché l’Italia deve partecipare ai Mondiali per forza». A questo proposito il 3-4-3 con cui si giocherà a Torino, insieme a Immbile e Verdi gli calza a pennello: «Ho sempre dato la mia disponibilità, anche per giocare con il 3-5-2. Come El Shaarawy, sono abituato a giocare a tre in attacco. Nel 3-4-3 mi sento a mio agio. Con Immobile poi siamo stati insieme al Pescara alla grande e i nostri movimenti sono sempre gli stessi. Ci vediamo spesso con lui, ci conosciamo bene sia in campo che fuori e quindi è un piacere trovarci in Nazionale».
Fonte: CdS
CARRELLATA AZZURRA. Insigne ha poi parlato di Ventura («E’ sereno. Ogni volta che veniamo qui lo seguiamo sempre con passione perché è un grande allenatore»), del ko di Madrid («E’ il passato e paradossalmente ci ha aiutato a crescere»), della BBC («Tutti sanno della loro forza, hanno vinto tanto con la Juve e con la Nazionale. Noi giovani li dobbiamo seguire perché ci possono insegnare tanto»), di Donnarumma in modo divertente («Siamo tutti e due napoletani e c’è sintonia ma come io sono impegnato sempre a guardare film, lui è sempre impegnato con la play station, e non c’è comunicazione e quindi io mi guardo un film…»).
FIERO. Gran finale tutto cuore (con tentazione…): «Sono fiero di quello che sto facendo col Napoli. Non so se ci sarei riuscito con altre maglie. Io ad un passo dal Barcellona? Ripeto, sono fiero di essere rimasto ma sappiamo tutti che il Barcellona è la squadra più forte al mondo. Mi avrebbe fatto piacere giocare con grandi campioni come Messi e Suarez però ora penso al Napoli e spero di vincere qualcosa di importante. Siamo primi in classifica ma vogliamo rimanere con i piedi per terra. Pensiamo a queste partite che arrivano, ad affrontarle nella migliore maniera possibile per rimanere lassù».
Fonte: CdS