Le critiche ad Insigne in Nazionale, risponde la Gazzetta

Dalle pagine della Gazzetta. risponde Franco Arturi

“Mi piacerebbe tornare su Insigne: ho ancora negli occhi e nelle orecchie le critiche, anche sferzanti, piovute sul giocatore in Nazionale contro Spagna e Israele. Sembrava la delusione del secolo. Poi il ragazzo torna nel Napoli e la delusione ce l’hanno i suoi critici: da buono a ottimo. Potrebbe farci una riflessione Ventura? E con lui i catastrofisti?”

“La mia porta su questo argomento è già apertissima. Considero Lorenzo il miglior giocatore italiano del momento. Certamente quello che dispone di tecnica creativa da grande esterno. Ora mi sembra anche il più continuo. E non ne siamo convinti soltanto noi due, signor Esposito. Mettiamo in sequenza i suoi voti­Gazzetta nelle partite di campionato: 7.5, 6.5, 7, 7.5, 6.5, 7 e 7. Dopo il secondo voto si inseriscono i due con la Nazionale: 4.5 e 5. Ecco le sue pagelle in preliminari e Champions: 7, 7.5, 7 e 5. Dunque prima e dopo la Nazionale, Insigne ha mantenuto un livello di efficienza ottimale. E non ditemi che con Sarri non deve coprire la fascia, perché sorrido: significa vedere molto distrattamente le partite del Napoli. Non vorrei che su questo ragazzo si cucisse un abito alla Messi, il fenomeno che, secondo alcuni, cessa di essere tale quando gioca nell’Argentina. Del resto è un vizietto italiano quello di svilire alcuni grandi interpreti in versione nazionale: Rivera, star assoluta, è il capostipite del genere. Nel basket, l’allenatore che tende a fidarsi dell’estro individuale dei giocatori viene denominato «player’s coach» e il neo c.t. azzurro Meo Sacchetti, nel confermare questa sua caratteristica, aggiungeva in una recente intervista televisiva: «Non ho mai visto un allenatore segnare un canestro o rubare una palla». Poniamo pure che nel calcio sia quasi tutto diverso, ma continuo a pensare che si debba mettere a proprio agio i giocatori, soprattutto quelli che fanno la differenza, piuttosto che tentare di reinventarli o chieder loro salti mortali tattici”.

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