Se fino al triplice fischio di Atalanta-Juventus, match che ha chiuso la settima giornata di campionato, il Napoli poteva viaggiare a fari spenti, mescolandosi nel gruppo di testa, dopo il pareggio della squadra campione d’Italia ed il primato in solitudine dei Sarri’s boys, tutti gli occhi (…ed i malocchi dei gufi…) sono puntati sul ciuccio. Il ciuccio che non può più nascondersi (…anche se quest’anno mai lo ha fatto…) e che vola a punteggio pieno, dopo aver inanellato il settimo successo consecutivo in campionato. Numeri da urlo per gli azzurri, numeri che legittimano i sogni tricolore di un popolo che da tempo attende di tagliare per primo il traguardo, per tornare a sentirsi grande e per scrollarsi di dosso l’etichetta di squadra vincente solo con Maradona. Però ha ragione Allegri, tecnico della squadra bianconera, quando nel mezzo di una intervista nevrotica ha detto che guardare la classifica adesso conta poco. Effettivamente, con 31 partite ancora da giocare e ben 93 punti in palio, tutto deve essere ancora giocato e deciso. Però, se i numeri significano qualcosa, quelli collezionati dalla squadra di Sarri sono inequivocabili: percentuali di possesso palla imbarazzanti per gli avversari, spesso non al di sotto del sessanta per cento (…con il Cagliari addirittura si è arrivati al settantatré per cento!…); 25 gol fatti (…più di tre e mezzo a partita!…) e solo 5 subiti. Migliore attacco e terza migliore difesa dopo l’Inter e la Roma che, tuttavia, deve ancora recuperare il match in casa della Sampdoria. Ma, soprattutto, una differenza reti schiacciante, con un saldo positivo di 20 gol, di gran lunga la migliore del campionato. Per gli amanti delle statistiche, dei numeri partenopei parleremo approfonditamente tra qualche giorno. Notizie positive da Napoli-Cagliari ne sono arrivate. La prima, nonché la più importante che i tifosi azzurri attendevano da tempo, è il ritorno al gol di Hamsik, autore della rete che ha sbloccato la partita dopo appena tre giri di lancette. Capitan Marek ha finalizzato alle spalle del portiere Cragno, al termine di un’azione da PlayStation, che oggi potremmo ribattezzare azione da sarrismo. Con il gol segnato nel lunch match, Marekiaro si è avvicinato al numero di gol segnati dal D10S, portandosi alla minima distanza. In estate auspicammo il superamento dei gol di Diego, lo stesso pibe de oro si unì al buon auspicio, meglio se a corollario della vittoria del tricolore. Mertens su rigore e Koulibaly sugli sviluppi di un calcio di punizione hanno regolato il Casteddu, mai entrato in partita. Proprio questa ritrovata capacità di sfruttare i calci da fermo potrebbero essere un’arma in più nella cavalcata delle grandi ambizioni. Altra notizia di giornata è la porta inviolata di Pepe Reina, spettatore non pagante di un match in cui non si sono contati i tiri verso la porta degli ospiti. Alla sosta, il Napoli arriva a punteggio pieno e capolista solitaria, sebbene oggi questo dato valga quanto il battito di ali di una farfalla. Tuttavia, la Napoli del pallone vuole godersi appieno questi primi quindici giorni da prima della classe, quello che sarà alla ripresa lo vedremo. Adesso, però, viene il difficile, sia perché alla ripresa ci attendono due partite a dir poco complicatissime, con Roma e Inter, sia perché potrebbe incidere in maniera deleteria la scarsa abitudine alla rarefatta aria della vetta. Non è banale ricordare che è difficile raggiungere la vetta della classifica ma lo è ancora di più restarci e, proprio in virtù di questo vecchio adagio, i leader del gruppo dovranno prendere per mano la squadra ed evitare che si impigli nelle sabbie mobili della famigerata paura di vincere. Al di là di quello che si dice, gli uomini di esperienza nel Napoli non mancano e parlano spagnolo: da Pepe Reina, campione con il Liverpool a Raul Albiol campione d’Europa e del mondo con la nazionale spagnola fino a Josè Callejón che ha respirato l’aria vincente del Real Madrid. Adesso viene il difficile ma è bello esserci, con la consapevolezza che il patto scudetto esiste eccome, è ben saldo e tiene unito lo spogliatoio di Castelvolturno. Il Napoli si è ritrovato da solo in testa alla classifica in virtù del pareggio della Juve sul campo di una Atalanta mai doma e non sono mancati gli strascichi polemici. In particolare, è stato il VAR ad essere stato oggetto di pesanti critiche poiché grazie alla moviola in campo alla Juve è stato annullato il gol del 3 a 1 che, con ogni probabilità, avrebbe stroncato le residue velleità di rimonta della squadra orobica. Tutti sanno che la decisione è stata corretta, poiché lo juventino Lichtsteiner aveva colpito con una gomitata il Papu Gomez. L’ambiente bianconero impreca contro il VAR, opinionisti sparsi si accodano ciecamente alle polemiche ingiustificate e tutti, all’unisono, fanno finta di niente sul calcio di rigore letteralmente regalato alla squadra di Allegri. Il rigore, che ha concesso alla Juve la chance di riportarsi in vantaggio (…il risultato era già sul 2 a 2…) è stato parato dal portiere di Gasperini. Code polemiche e tanto nervosismo in casa bianconera, forse eccessivo se si considera che siamo a meno di un quarto della stagione e che tutto va ancora giocato. Probabilmente, tanto nervosismo è stato dettato dalla consapevolezza di essere al termine di un ciclo, i cui titoli di coda sono già pronti per essere mandati in onda. Solo così è possibile giustificare le dichiarazioni di Massimiliano Allegri che, probabilmente, è davvero convinto che il bel gioco non basta per vincere ma che, viceversa, si vince badando al sodo senza perdersi attorno agli estetismi. Nel grande spettacolo del pallone, nonostante gli squali appostati dietro lo showbiz, il grande circo di Sarri ha intenzione di fare sul serio e lasciare ai pagliacci tristi nient’altro che le proprie convinzioni ed un pugno di mosche in mano. Avanti Napoli, Avanti!