Queste le parole del presidente della Figc Carlo Tavecchio: «A mio avviso, l’ideale sarebbe arrivare ad una Serie A a 18 squadre, una B ugualmente a 18 e una Lega Pro con due gironi da 18. Sarebbe un rapporto perfetto per il riparto dei fondi, la gestione autonoma e la patrimonializzazione delle società, ed eviterebbe certe figure che stiamo vivendo in questi anni, con fallimenti e problemi finanziari. Col tempo ci possiamo arrivare, in un’ipotesi triennale». Questa rivoluzione, che ci riporta indietro di tredici anni fino alla stagione 2003/04, l’ultima a 18 squadre, non è certo priva di oppositori, sostanzialmente quelli della parte destra della classifica. Ma se consenso unanime non sarà allora «bisognerà anche intervenire d’imperio», continua il presidente, all’interno dei confini in cui possono muoversi gli organi decisionali. Al proposito Tavecchio paventa una strada alternativa più facilmente percorribile rappresentata da una sorta di “controllo qualità”: i conti delle squadre dovranno essere in ordine, gli impianti a norma e non verranno più concesse deroghe. In un modo o nell’altro è necessario arrivare ad un cambiamento. L’idea del ritorno alle 18 squadra tutto sommato piace agli italiani (42% di valutazioni positive), ancora di più a quelli appassionati di calcio (59% di consensi). Ma è un consenso con non poche remore: innanzitutto questa rivoluzione nell’immediato sembra non avvantaggiare nessuno nello specifico (il 30% dei tifosi afferma che con due squadre in meno la situazione rimarrebbe sostanzialmente come è oggi). Detto ciò è evidente che con il campionato a 20 si aprono le porte a squadre che non sono in grado di competere con quelle della colonna a sinistra della classifica e il risultato è un abbassamento della qualità del campionato di serie A. La riduzione a 18 squadre andrebbe ad incidere positivamente su questa problematica: così la pensa il 45% degli appassionati di calcio, probabilmente tifosi di squadre da metà classifica in su. Tuttavia, per quelli da metà classifica in giù, che sono pressochè altrettanti (il 42%), questa riduzione sarebbe un po’ come infrangere i sogni delle squadre minori e dei loro tifosi. Che poi, è veramente bella la favola della squadra che sporadicamente fa la sua apparizione in serie A per una stagione per poi tornare in B vincendo solo due partite con una differenza reti pari a -48? Sarebbe interessante sentire cosa dicono al riguardo i tifosi del Pescara. Certamente però saremmo tutti d’accordo nel dire che queste “favole” non fanno bene alla qualità del gioco espressa in campo e non ci rendono orgogliosi della nostra massima serie.
Fonte: CdS