Di Mascio lo conosce molto bene Inglese
«Ma è sicuro che già a gennaio andrà a Napoli? E’ fantastico».
Cetteo Di Mascio, oggi tecnico della Primavera dell’Ascoli, è stato lo storico capo del settore giovanile del Pescara, l’uomo che nel 2005 decise di puntare forte sul quel ragazzone scovato in una società giovanile, la Virtus Vasto.
Di Mascio, cosa la colpì di Inglese più di dieci anni fa? «Lo vedevo esattamente come è oggi, e non mi sono sbagliato. Un centravanti atipico, nel senso che è la sintesi di qualità diverse: ha un’ottima fisicità ma non è un ariete come Pellé; non è un centravanti boa che difende la palla, né uno alla Montella. E’ invece un giocatore che fa tutto, che attacca la profondità, che calcia a rete con entrambi i piedi, che sa coordinarsi bene. Un centravanti moderno, versatile, che sa muoversi con un’altra punta e anche con il trequartista». Con lei Inglese ha giocato in una grande Primavera a Pescara… «Io lo feci esordire nelle semifinali di Coppa Italia contro l’Inter di Balotelli. In quel gruppo c’erano Verratti, e sapete dove è arrivato, ma anche Capuano del Cagliari, Martella del Crotone, Del Pinto del Benevento, tutti ragazzi approdati in A dal basso come lui. Roberto nel settore giovanile ha sempre giocato con un anno d’anticipo sulla categoria».
E oggi come lo ritrova? «Non mi ha smentito, è cresciuto e ha perfezionato tutte quelle qualità. Ma le sue doti non sarebbero espolose se non fossero abbinate da sempre a una cultura del lavoro e a una intelligenza fuori dal comune. Non ha perso i valori che aveva da ragazzino, ha personalità ed equilibrio mentale. Perché non bisogna essere né eccessivamente esuberanti, né eccessivamente timidi».
Il ct Ventura l’ha chiamato per uno stage. Ma perché le nazionali giovanili lo hanno ignorato? «Sapete quante volte è capitato? Ho allenato Grosso e Oddo, e sono diventati campioni del Mondo. Anche Verratti non ha giocato nelle nazionali giovanili… Il fatto è che gli allenatori spesso sentono la pressione di dover pensare al risultato, e allora si cerca il giocatore pronto per quel momento ma non il prospetto che può crescere alla distanza».
Come si inserirà Inglese nel 4-3-3 di Sarri? «Bene, perché lui è un giocatore per tutte le soluzioni tattiche: ha versatilità e disponibilità sul piano mentale, ha una cultura del lavoro. E Sarri è un maestro: si troveranno bene insieme. Roberto è uno che può anche andare sull’esterno, perché è agile e perché poi Sarri non chiede necessariamente alle punte di fare la fascia e rientrare. E’ l’uomo giusto».
Fonte: CdS