Fred Rutten, tecnico del Feyenoord fino al 2015, è stato l’allenatore che convinse Dries Mertens a firmare per il Psv Eindhoven. Ne è passato di tempo dal suo primo incontro con Mertens… Ecco quanto dichiarato l’ex tecnico del belga alle pagine de “il Mattino”. «Era l’estate del 2011 e lo chiamai per telefono per convincerlo a venire al Psv. Mi aveva impressionato molto nell’Utrecht e cercavo giocatori dal profilo simile al suo, ma Dries mi sorprese anche in un altro aspetto».
Quale? «L’umanità. È una persona stupenda, sempre col sorriso sulle labbra e disposta ad ascoltare per migliorare. Dopo ogni partita lo portavo in disparte e rivedevamo quanto accaduto in campo: così ha imparato a migliorare soprattutto i suoi movimenti e la sua posizione in campo, perché il talento già lo aveva».
Quali sono le sue doti principali? «Ha delle abilità innate nel dribbling ma anche nel tiro. Prima di venire al Psv non era mai andato oltre le 10 reti. Nell’unico anno con me in panchina ne segnò 21. E per me è un eccellente calciatore di punizioni. Era la mia prima scelta».
I movimenti di cui parlava, invece, gli hanno permesso di diventare un centravanti fenomenale. «Sono stato sorpreso dal suo rendimento da centravanti. Sapevo che fosse dotato ma non mi aspettavo che diventasse una macchina da gol. Si vede che i movimenti che ha imparato a fare con Sarri sono stati decisivi perché, ripeto, lui la porta l’ha sempre vista. Inoltre con me aveva iniziato da trequartista centrale prima di passare ad ala. È decisivo su tutto il fronte d’attacco».
A trent’anni, che giocatore è Mertens? «Un attaccante completo, che ha saputo sviluppare varie abilità proprio grazie al lavoro. È sempre stato molto serio negli allenamenti e ricordo quanta cura dedicava al recupero muscolare con massaggi e altre terapie. Quando giocava con me sapevo che con un adeguato supporto del centrocampo avrebbe potuto fare benissimo in attacco. Adesso ha imparato a gestire perfettamente le sue energie e a giocare come terminale offensivo in poco tempo. Il gol contro la Lazio è la dimostrazione del suo talento puro».
Siete ancora in contatto? «Non più, ma lo seguo sempre e di conseguenza seguo il Napoli, una delle migliori squadre europee del momento. Quest’anno non hanno cambiato niente ed è un bene. Il Napoli ha un gioco che fa innamorare e ora può provare a vincere il campionato».
In Champions, però, ha iniziato male. «Ci può stare di perdere contro una squadra esperta come lo Shakhtar. Ma onestamente credo che il Napoli possa dire la sua anche in Champions e fare molta strada».
Per gli azzurri sarà importante battere il Feyenoord, che lei ha allenato nella stagione 2014-2015. «Il Napoli è chiaramente favorito in questo scontro. È vero che il Feyenoord può sorprendere, come ha fatto l’anno scorso in Europa League battendo il Manchester United, ma gli azzurri sono superiori».
La Redazione