Italo Cucci, direttore editoriale Agenzia Italpress: «Che differenza c’è fra Sacchi e Sarri? Accostare Sarri a Sacchi è come paragonare un giovane pittore di successo a un artista classico. Sacchi ha innovato il nostro calcio a tal punto da essere entrato nella sua storia e il suo posto è lì. Sarri, per il momento, è una piacevolissima cronaca che speriamo divenga presto storia. Se lo merita».
Di pareri diversi i due c olleghi che seguono
Matteo Marani, direttore Sky Sport 24: «Sarri e Sacchi? E’ un po’ come parlare di Cimabue e Giotto. Sarri si ispira in tutto e per tutto a Sacchi. Il primo Arrigo era più integralista di Maurizio e, in quanto tale, rivoluzionario. Sarri, se è consentito, esalta l’artigianato toscano, la capacità sartoriale di cucire addosso ai giocatori del Napoli i panni che meglio si attagliano alle loro caratteristiche»
Paolo Condò, commentatore Sky Sport: «Maurizio rappresenta l’evoluzione della specie dell’allenatore di calcio. Probabilmente, se non ci fosse stato Sacchi, non ci sarebbe stato Sarri. Arrigo ha trapiantato in Italia il modello olandese, rivelandosi un innovatore capace di rivoluzionare la concezione stessa del modo di giocare una partita. L’allenatore del Napoli s’ispira anche alla lezione del Barça di Guardiola».
Fon te: CdS