E’ il calcio restituito alla gente, è uno stadio che dal 3 maggio del 2014, quando il povero Ciro Esposito fu colpito mortalmente, nei pressi dell’Olimpico, dai colpi di pistola assimilati, durante il processo, a “bravata” da un lessico disordinatamente inappropriato, è divenuto innanzitutto il teatro di una tragedia: ci sono state, da quel giorno, sei partite di campionato (con Lazio e Roma) e una di coppa Italia (con la Lazio), tra vincoli, paure, sospetti, previsioni allarmistiche e quindi veti che stavolta, quasi a sorpresa, sono caduti.
E’ la prima volta in cui c’è la concreta possibilità di ritrovare un esodo quasi di massa d’una città che a Bologna ne ha portati tra i sette e gli ottomila e che però, ad un’ora di treno, a due di macchina, doveva confondersi tra la Monte Mario e la Tevere o anche accedere con le misure cautelative del caso. Per Lazio-Napoli, nel Distinti Sud-Ovest, il settore riservato ai sostenitori ospiti, ci sono 5765 posti disponibili, che dovrebbero essere occupati per intero, perché c’è un movimento collettivo che induce a credere sia possibile godersi una partita.