Il Napoli continua a segnare e a vincere, ma lo fa in modo diverso rispetto ai primi due anni di Sarri. Forse siamo
di fronte a un cambiamento di stile (e, da amanti del calcio, ne saremmo dispiaciuti), o più probabilmente stiamo assistendo
a un’evoluzione del calcio di Sarri. Evoluzione non significa migliorarne la bellezza (obiettivo quasi impossibile per il Napoli), ma riconsiderarne la mentalità. Il Napoli ha battuto Atalanta e Bologna segnando 6 gol ma giocando male, sicuramente peggio di quanto eravamo abituati a vedere: lentezza al posto della sveltezza, idee opache al posto di quelle vivide, palleggio approssimativo al posto di quello esatto. Non è un caso se a Bologna, prima del travolgente finale, il miglior azzurro dopo Reina è stato Allan, il più muscolare (insieme a Koulibaly) della compagnia di Sarri.
Il Napoli ha vinto quelle due partite come fa storicamente la Juve, aspettando il colpo dei campioni, senza mai provare ad anticiparlo col gioco. Un anno fa ricordiamo la partita col Sassuolo: una dozzina di occasioni da gol con 1-1 finale. Il rapporto produzione/realizzazione era sbilanciato. Con Atalanta e Bologna è stato l’opposto. Anche la Juve non gioca bene e vince, anche l’Inter. Ora ci prova il Napoli, mettendo la concretezza al posto dello spettacolo. Magari, alla fine, non si tratta nemmeno
di una scelta, semplicemente è andata così in queste due partite. Ma anche in questo caso, è un avvertimento per la Juve.
Fonte: CdS