I muscoli che brillano nel «Dall’Ara» mostrano il fisico bestiale di chi ha dentro di sé certezze e non solo l’esperienza: quando Verdi la sistema in quel punto lì, dove sarebbe complicato atterrare, e quando Destro gli si para davanti. Ma le vittorie si costruiscono anche attraverso particolari che uno 0-3 sembra soffocare e che invece, quando è un’alba da capolista splendono nel miracolo di Reina, incapace di piegarsi, di arrendersi. L’estate più rovente che si ricordi, in un last minute da stordire una città intera, divisa tra i pro (ed è la maggioranza) e qualche contro (risicata minoranza): ci vuole poco, però, a mettere poi tutta Napoli d’accordo, lasciandola sgranare gli occhi dinanzi a quel ragazzino che ha già rinchiuso Parigi nella sua valigia personale e guarda oltre. In quell’orizzonte che l’attrae: si chiama sogno e conviene tenerselo stretto, tra braccia possenti.
Fonte: CdS