Tra dodici giorni guiderà la Juventus al Camp Nou: orgoglio bianconero, rimpianto blaugrana. Fino all’ultimo i dirigenti del Barcellona hanno provato a strappare Paulo Dybala, ad assegnare al campione argentino l’eredità pesantissima di Neymar, ad affiancarlo a Leo Messi come nella Selecciòn. Il retroscena del rilancio è venuto fuori ieri, quando tutto sembrava ormai condurre a Coutinho, ma i sondaggi spagnoli sono stati incessanti, ripetuti anche a margine dei colloqui per André Gomes. Il nome della Joya, accanto a quello del centrocampista portoghese e di Aleix Vidal, sarebbe sbucato addirittura nell’incontro avvenuto giovedì scorso all’hotel Le Meridien Plaza di Montecarlo tra Beppe Marotta, Raul Sanllehì e Jospep Segura, e c’è chi giura che il presidente Josep Maria Bartomeu ne abbia parlato ancora personalmente con il presidente Andrea Agnelli. E secondo i media spagnoli l’offerta finale è arrivata addirittura a 160 milioni di euro.
MESSAGGIO. Sempre uguale la risposta: Dybala non si tocca. La Juventus era stata fermissima sulla sua posizione, gelando il Barça così come in precedenza il Real Madrid, e ha ribadito di non voler nemmeno ascoltare la proposta quando il clamoroso trasferimento di Neymar al Psg ha lasciato un vuoto enorme nell’attacco di Ernesto Valverde ed è sbocciata, naturale, la candidatura. In quesi giorni caldi, la società bianconera ha scelto di assegnare la maglia numero 10 al suo gioiello: un messaggio alle pretendenti e un significato forte, perché il 10, alla Juventus, è appartenuto a fuoriclasse che sono anche stati simboli: da Omar Sivori a Michel Platini, da Roberto Baggio a Alessandro Del Piero fino ad arrivare a Carlos Tevez e Paul Pogba.
MURO. Non è bastato nemmeno questo a scoraggiare il Barcellona: negli ultimi giorni, anche sull’onda dello straordinario incipit stagionale di Paulo (6 gol in 3 partite ufficiali) la società spagnola è tornata alla carica, trovando il solito muro. D’altronde, la linea bianconera è chiara: i campioni non si vendono, anzi si circondano di altri campioni, l’eccezione è se qualcuno desidera andar via perché non è abitudine bianconera trattenere gli scontenti. Dybala, pur onorato dalle avance, non è stato sfiorato dal dubbio o lambito dalla tentazione («Non penso ad altre squadre che non siano la Juventus. Voglio crescere qui, se il presidente vuole rimarrò per sempre» ha dichiarato recentemente) e la Juve non ha mai pensato di privarsene.
ASSEGNO. Lo stesso è successo con Alex Sandro, corteggiato a lungo dal Chelsea e a sua volta oggetto di una nuova offerta nelle ultime ore: nemmeno i Blues si sono arresi alle parole di Marotta e di Massimiliano Allegri, rilanciando più volte senza nemmeno riuscire a incrinare le certezze bianconere. C’è chi giura che riproveranno ancora oggi, sventolando un assegno ancora più ricco, ma le possibilità di far breccia sono infinitesimali. A sinistra, è confermato anche Kwadwo Asamoah, richiesto con insistenza dal Galatasaray e attratto dal posto fisso che gli propone Igor Tudor, ma quella del ghanese è una situazione diversa: fosse arrivato Leonardo Spinazzola, la Juventus l’avrebbe lasciato andare, ma così non se la sente di rischiare, nonostante la duttilità di Benedikt Höwedes che, da terzino sinistro, ha giocato anche una finale di Coppa del Mondo. Oggi rilanceranno anche i turchi, loro un filo di speranza ce l’hanno e non lo mollano.
Fonte: CdS