Cannavaro: “Il Bernabeu fa tremare le ginocchia. Su Insigne…”

Fabio Cannavaro al Santiago Bernabeu ci ha giocato con la maglia del Real Madrid, oltre ad essere stato capitano della storica Nazionale del 2006. Sabato sera ci sarà Spagna-Italia e lui la racconta a La Stampa: “Ce la giochiamo alla pari, perché più di noi la Spagna non ha nulla. Negli ultimi otto anni loro hanno vinto tutto, ma se mi giro a guardare i cent’anni di storia dell’ Italia, sono loro che devono inseguire. Il Bernabeu fa paura solo se ci entri con questo stato d’animo. E se è così, il più delle volte hai perso ancor prima di giocare. È uno stadio fantastico, dove i grandi si esaltano, e che sa rendere onore ai campioni: se non hai timori, te la giochi. Il pubblico spagnolo è esigente, abituato al bel calcio. E lo pretende. Quando non lo vede, fischia: che tu abbia la maglia del Real Madrid o del Barcellona, non fa alcuna differenza. Belotti, Immobile e Insigne insieme? Perché no? Sono attaccanti moderni, in grado di adattarsi. Insigne? Ha sempre avuto talento ed è migliorato, ma questo lo dovrà dire il campo: la Champions e il campionato. I grandi giocatori sono quelli che fanno 40-50 partite d’alto livello: aspettiamo e alla fine tiriamo le somme. 100 milioni per Belotti? Con i prezzi che girano, non mi sembrano uno scandalo: è giovane, ha i colpi, fa gol. Ormai, dopo Neymar, è saltato il banco. Ogni epoca ha avuto i suoi prezzi: penso al trasferimento di Vieri, a quello di Buffon. Il fatto è che adesso non ce li possiamo più permettere noi e allora non ci va bene. Bonucci definito traditore? Succede quasi solo in Italia e che lui deve infischiarsene e continuare a fare quello che fa, cioè giocare bene: specialmente con l’Italia”.“La Spagna non ha niente più di noi. Anche loro sono di fronte a un cambio generazionale. Ma sabato partiamo alla pari, cinquanta e cinquanta. La Spagna ha avuto una generazione di giocatori fantastici, con cui ha vinto tutto, ma se guardo agli ultimi cento anni e vedo l’ Italia, dico che sono loro quelli che devono inseguire. Una stella? Asensio, uno fuori dall’ordinario. Bernabeu è anche 1982…Certo: Zoff, Gentile, Scirea, Cabrini, Conti, Tardelli. Dovevo ancora compiere nove anni, andammo a guardare la finale a casa di un amico di papà: poi tutti fuori in strada, a festeggiare. Come il 2006? Di quella notte, ho mille scene nella testa, anche surreali e divertenti. Quando mi diedero la Coppa, ricordo Mauro Vladovich, il segretario della Federcalcio, che mi dice: “Fabio, alzala con stile”. Ancora oggi mi chiedo: “Ma che cavolo significa alzarla con stile?”. Var? Dovrebbe servire solo per cose clamorose: un gol irregolare, tipo la mano di Henry, un rigore fischiato tre metri fuori area. Ma così si perde tutta la velocità del gioco, quella che abbiamo sempre inseguito e quella che c’è nei contatti in area: visti alla moviola, sono tutta un’ altra cosa. Napoli gioca bene, basta per vincere? No. E non è questione di “cazzimma”: bisogna saper vincere, appunto, anche le brutte partite, e ci vogliono i giocatori giusti. Vedremo. Juventus favorita? Di certo la Juve non s’è indebolita ed è abituata a vincere: non è poco. E poi il Napoli non deve dimenticare che stanno tornando le milanesi. Ma a me il giochino del pronostico non piace tanto. Italia fuori dal Mondiale se la immagina? No. È come pensare a un Mondiale senza il Brasile”.

Fonte GDM.com

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