A Torino, undici mesi fa, contro la Spagna, il biennio contiano col suo 3-5-2 pesava ancora eccome sul lavoro in erba del suo successore Ventura. L’Italia finì poi all’attacco, ridisegnata da Ventura per la prima volta col 4-2-4 (Florenzi-De Rossi dietro a Eder, Immobile, Belotti e Bonaventura). Detto questo al Bernabeu vedremo sicuramente una Nazionale differente, non solo negli uomini. A partire dall’inserimento dell’azzurro più in forma del momento: Lorenzo Insigne. Questo porta ad escludere appunto il 3-5-2, per lui penalizzante come in passato. Meglio assai il 3-4-3, subito testato nelle prime prove tattiche di ieri, contro la Primavera viola (pur senza la metà degli azzurri, ancora in fase di scarico). Contro la Spagna, negli ultimi 5 anni, abbiamo perso due volte (su 7), entrambe con l’Italia schierata a 4 in difesa, ct Prandelli (nella finale europea a Kiev nel 2012 e in amichevole premondiale a Madrid nel 2014). E Insigne il suo gol a De Gea lo segnò nel 3-4-3, per l’occasione (24 marzo 2016, 1-1 amichevole a Udine), adottato anche da Conte. L’attuale ct ha portato fin qui avanti due sistemi di gioco: difesa a 3 o a 4 nel suo 4-2-4. A Madrid con Candreva, Immobile-Belotti più il napoletano? Si tratterebbe di un azzardo, data l’importanza della partita che vale il primato nel girone e dunque l’accesso diretto a Russia 2018. Ci sarà spazio con Israele il 5 a Reggio Emilia per questa formula. In Spagna la sola alternativa è il 3-4-1-2. In questo caso però, con Verratti in trequarti (come contro l’Olanda lo scorso marzo) a sostegno di Immobile-Belotti, Insigne rischierebbe di uscire a favore di Darmian (Ventura ha fin qui sempre utilizzato due esterni difensivi con la linea mediana a 4). D’altra parte nel 3-4-3, con Candreva e Insigne titolari dei ruoli esterni, uno tra Belotti e Immobile è di troppo. Un bel rovello, per il ct, chiamato a quadrare il cerchio.
Fonte: CdS