L’editoriale sulla Gazzetta
“Ma – almeno questo è il responso delle prime due giornate – tutto il campionato italiano sembra più bello, sorprendente, emozionante, con una maggiore competitività al vertice e giocatori che fanno a gara per prendersi la copertina. Dopo Dybala e Icardi, la copertina se l’è presa Suso a San Siro, con una pennellata su punizione che ha permesso al Milan di restare a punteggio pieno, grazie anche all’ennesima rete del baby Cutrone. Milan a punteggio pieno, con le prevedibili rivali della vigilia e l’aggiunta della Samp, lì in testa e con la prospettiva di chiudere il mercato con una plusvalenza super per Schick. Insomma Ferrero ha tutti i motivi per godersi questo avvio di stagione. Ma la copertina spetta di diritto anche a Belotti, con il suo gol in acrobazia che sembra una promessa in vista della partita mondiale contro la Spagna. Una copertina che (a sorpresa solo per chi non conosce le qualità di Semplici) si è presa la Spal, che nelle prime due giornate ha messo insieme la bellezza di quattro punti e può festeggiare Luca Rizzo con il suo destro a giro in pieno recupero. Una bellissima favola, quella della squadra di un allenatore che è stato capace di trasmettere subito idee, carattere e voglia di crederci. Perché non è da tutti, dopo aver incassato una rete allo scadere, continuare a immaginare un futuro diverso e ripartire.
Ma nella domenica dei gol spettacolari, merita una citazione speciale la Lazio, che si è andata a riprendere quello che aveva lasciato per strada nel debutto all’Olimpico. Ci ha pensato Milinkovic-Savic – chissà che valutazione potrebbe avere in un mercato dalle quotazioni impazzite… – che dopo il gol di Immobile ha chiuso la pratica quasi allo scadere con un destro fenomenale. Insomma, un campionato che saluta dopo due giornate con una serie di prodezze personali. Un campionato che lascia spazio alla Nazionale, per la gara decisiva contro la Spagna, e a un mercato che mai come stavolta annuncia i botti finali. Perché sono tanti i giocatori ufficialmente in vendita e sono in tanti a sapere benissimo che c’è ancora da lavorare. E’ un mistero perché tante squadre aspettino le ultime ore per chiudere affari decisivi. Ma questo è un altro discorso”.
A cura di Alessandro Vocalelli