Tutti zitti, come a Verona. Anche prima e dopo la gara con l’Atalanta, il Napoli sceglie il silenzio. Ma perché a Napoli, da De Laurentiis a Sarri, hanno deciso tutti di non parlare? La motivazione ufficiale è quella di “mantenere alta la concentrazione” e al Bentegodi si pensava (ma neppure troppo) che la testa fosse rivolta al playoff di Champions. Invece il silenzio continua: magari si aspetta la fine del calciomercato, dove ora è emerso un caso Reina (oggetto del desiderio del Psg), o forse è scaramanzia o addirittura polemica nei confronti dei media che hanno alzato l’asticella degli azzurri, per molti diventati favoriti nella corsa allo scudetto, persino davanti alla Juve. Tutte supposizioni, ovvio: il Napoli, del resto, diverte già molto in campo e non ha bisogno di farlo anche fuori. Non si tratta, in realtà, neppure di un silenzio stampa integrale, perché Jorginho, ad esempio, ha parlato in esclusiva a Premium durante la settimana. Che a Sarri non faccia piacere parlare dopo le gare (come alla maggior parte degli allenatori) è noto: bisognerà aspettare la Champions, dove è obbligato a farlo dalla Uefa, per riascoltare la sua voce.
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