Voglia di difendere il titolo di campione d’Olanda, voglia di stupire anche l’Europa, e quel 4 – 3 – 3 d’attacco che fa tanto sangue agli occhi dei propri tifosi. Ecco il Feyenoord, pescato nell’urna di Montecarlo dal Napoli e prossimo avversario degli azzurri in Champions. Nessuna paura sia chiaro, ma i ” ragazzi terribili ” di Giovanni van Bronckhorst possono essere la vera e propria mina vagante di un girone, quello F, che sembra strizzare l’occhio ai ragazzi di Sarri. Età media 24 anni, tanto talento e quell’abnegazione e spirito di sacrificio/squadra che gli ha permesso, non solo di restare saldamente al comando dopo ben 32 partite in Eredivisie, ma di vincerla con il miglior attacco e la miglior difesa, staccando di gran lunga Ajax e Psv. Diciotto anni dopo, l’ex terzino di Arsenal e Barcellona riporta il titolo a Rotterdam, dove, nella scorsa stagione, nessuno ha avuto vita facile. Struttura nuova quello dello Stadion, piccolo ( solo 51 mila posti ) ma caldo, pronto a spingere fino allo morte i biancorossi.
MODULO E TATTICA DI GIOCO: Il Feyenoord scende in campo solitamente con il classico 4 – 2 – 3 – 1 d’assalto e molto dinamico, alternandolo ad un 4 – 3 – 3 più accorto ed equilibrato. Il peso offensivo è tutto concentrato su Jonrgensen, attaccante puro e Toornstra, trequartista di qualità, mai esploso definitivamente. Sugli esterni l’esplosività e la freschezza dei classe 91 e 94 Boetius ( arrivato dal Basilea ) e Berghuis, riconfermato in squadra. In mediana la continuità di Vilhena, che garantisce qualità alla manovra offensiva ( il collante tra centrocampo e attacco ), e capitan El-Ahmadi, chiave dell’equilibrio tattico della squadra grazie alla sua capacità di interdizione e posizionamento. I due centrali, in attesa di van Beek, sono Botteghin e van der Heijden, mentre Haps e l’ex terzino della Fiorentina, Diks formano la coppia di terzini tutta corsa e cross. In porta l’esperienza di Jones, trentacinquenne portiere australiano. Unica novità nell’undici titolare è Amrabat, arrivato un po’ con le pile scariche e da inserire da qui a poco nello scacchiera titolare. Al Feyenoord, da classica squadra olandese, piace molto avere il pallino del gioco, puntando tutto sull’intensità e sulla verticalizzazione. La sua manovra ha 3 modi di sviluppo: la 1) l’inizio dell’azione dai due centrali, con scarico o sugli esterni, o su Vilhena per poi verticalizzare in avanti su uno dei due esterni d’attacco. La 2) nel caso un cui c’è molta densità a centrocampo, allora si cerca lo scarico direttamente sul terzino, sfruttando lo scambio immediato con l’ala di competenza. La 3) se nessuna delle due combinazioni risulta possibile, si ricorre all’attacco della profondità, sfruttando i movimenti o della punta centrale o del trequartista.
PUNTI DEDOLI: Raccontato così, il Feyenoord, sembra una corazzata, invece, qualche lacuna, in una splendida stagione, come quella scorso anno, la squadra di van Bronckhorst l’ha sottolineata. Come una difesa ballerina, malgrado i pochi gol subiti, composta da due centrali simili. Botteghin e van der Heijden seppur ottimi marcatori sono lenti e soffrono molto i giocatori agili e brevilinei. Capito Mertens e Insigne ? Inoltre, una postilla anche per Callejon, considerando il fatto che la retroguardia biancorossa, raramente manda in fuorigioco gli avversari e magari, gli inserimenti di Josè potrebbero risultare davvero mortiferi per loro. In più, le uniche vere volte che il Feyenoord è davvero andato in difficoltà, la scorsa stagione è stato con l’ Ajax, che fa del palleggio la sua qualità migliore: in situazione di inferiorità tecnica e qualitativa. la squadra di Giovanni van Bronckhorst lascia campo ( per la costruzione della manovra ) e pallino del gioco agli avversari, peccando di intensità nella gestione della gara. Se il Napoli avrà la brillantezza fisica e mentale solita, alla lunga potrà di sicuro mettere in difficoltà i biancorossi con la sua qualità di manovra e palleggio.
A cura di Luigi Tramontano