Il “Cicero”, come lo chiamano i suoi tifosi più fedeli, non tradisce le attese e diventa lo “stregone” delle prime volte. Aprì il campionato scorso col suo sinistro: rigore a Meret nel 2 a 0 contro la Spal al Vigorito, ha inaugurato anche la storica stagione di serie A segnando il gol illusorio alla Sampdoria. L’aveva sognata in parte così la prima serata in massima serie, lui che è cresciuto nel mito di Francesco Totti e che non avrebbe rinunciato per nessuna ragione a quel numero dieci sulle spalle. Era cresciuto a suon di prodezze nelle giovanili della Roma, lo scudetto Allievi (tra i tanti tatuaggi ha anche quella data impressa su un polpaccio), poi quello in Primavera. Ma Roma può essere madre e matrigna. Quando inizia il giro per lo stivale, più che farsi le ossa il Cicero se le rompe: Carrarese, L’Aquila, Pistoiese, Messina. Sembra perso al grande calcio quando Auteri e Di Somma si ricordano di lui, di quel biondino che salta l’uomo come fosse Messi e col sinistro disegna traiettorie magiche. Inizia dalle parti di casa la rinascita: il Benevento è in ritiro al Mancini, sulla Pontina, due passi dalla Magliana, dove è nato. E lui stacca il cordone ombelicale con “mamma Roma”. Contratto con la Strega e via per questa nuova avventura. Che si rivela subito vincente: il Benevento sale in B per la prima volta dopo 87 anni di storia e su di lui si accendono i riflettori del grande calcio: c’è il Napoli, e poi il Genoa, sirene della massima serie. Ma lui regala ancora magie alla Strega, in B come in Lega Pro. Fa gol da fuoriclasse: al Cesena col suo sinistro a giro, e la sottomaglia dedicata al nonno scomparso, poi al Latina con un gioco di prestigio dalla linea di fondo. Salta il finale per un infortunio e si rammarica, mentre i suoi compagni conquistano addirittura la serie A. Ma prepara la nuova stagione con puntiglio, è la sua occasione. Quella che aspettava dai tempi delle giovanili. Ora è pronto a sfidare persino la sua Roma, il sinistro è già caldo.
Fonte: CdS