È il “vecchio” Napoli, eppure c’è un sapore nuovo, fresco. La squadra che ha sbaragliato il “Bentegodi” e regolato senza remore il Nizza non ha presentato nuovi acquisti. Stessi uomini, stesso modulo, stesso atteggiamento. Eppure qualcosa è cambiato. Nessun gol subito nell’andata dei play off di Champions League, solo una rete su rigore in casa del Verona, con un penalty tra l’altro molto discutibile. Ma non è questo il dato che salta all’occhio: pur mantenendo gli stessi uomini, il Napoli del “nuovo” Sarri è cambiato. Finalmente l’allenatore azzurro riesce a vincere al debutto in campionato in Serie A.
Ci riesce al quarto tentativo. Il primo fu con l’Empoli, gli altri due con il Napoli dove perse in casa del Sassuolo e pareggiò a Pescara. Stavolta si parte bene, anche perché c’era bisogno di rispondere al tris della Juventus, che sabato pomeriggio pure aveva calato il tris al Cagliari. Bene così, perché questo “vecchio” Napoli già funziona. Ma il vero cambiamento è ancora una volta un altro: nelle sole prime due partite ufficiali Sarri ha già utilizzato diciassette giocatori. Un dato che anche il Calcio Napoli ha tenuto ad evidenziare con un “tweet” ufficiale, a dimostrazione di come la società ci tiene a sfatare certi luoghi comuni (ma fino a un certo punto) che riguardano il proprio allenatore. In effetti il dato è significativo. “L’integralista” Sarri si vuole togliere questa limitante etichetta. Lo ha cominciato a fare nel modo giusto, con i fatti. 17 calciatovi utilizzati in due partite, entrambe vincenti. Segno di un turnover ragionato, non esagerato, che funziona. E i due nuovi acquisti, Ounas e Mario Rui, ancora devono esordire e lo faranno presto. Bravo Sarri allora, che continua ad oliare alla perfezione i suoi ingranaggi di bel gioco, ma che ha cominciato a lavorare su aspetti che nella scorsa stagione lo hanno messo comunque un po’ in difficoltà. Turnover ragionato e funzionale. Coraggiosa la scelta di tenere Mertens fuori alla prima di campionato, ma è stata una mossa vincente. Milik titolare ha ritrovato il gol e la serenità: ottima mossa strategica per non infilare il polacco in quel tunnel da “dimenticatoio” dove finì Gabbiadini ai tempi di Higuaìn e giocatori attuali come Pavoletti, Tonelli e Maksimovic. Se questo è il nuovo Sarri, è partito subito forte.