È la panchina numero 100 con il Napoli. Ma è come se fosse la prima, è come se fosse quella domenica di tre anni fa a Reggio Emilia. Per Sarri c’è sempre lo stress da esordio, o da primo giorno di scuola o da anno zero. Domani inizia il suo quarto campionato di serie A ed è quello in cui sogna di poter vincere lo scudetto. Così vorrebbe che tutto contro il Verona fosse perfetto, previsto e metabolizzato, che non sia trascurato alcun dettaglio, nemmeno i rimbalzi del pallone che per loro natura sfuggono al controllo della scienza.
C’è da capirlo, Maurizio Sarri. È in ansia per il debutto del Bentegodi, nello stadio che è stato suo per un mese e mezzo (nel 2008, dopo sei partite e cinque ko venne esonerato) e per questa squadra che è convinto tante gioie possa dare a lui e ai tifosi del Napoli. La gara con il Nizza ha lasciato la sensazione di un lavoro incompleto, di un romanzo che sarebbe stato bene finire al San Paolo, nel match di andata. E invece l’ultimo capitolo è costretto a trascinarselo dietro in Costa Azzurra, come un libro che non si è stati capaci di finire durante le vacanze. Peserà questo dolce pensiero della Champions sulle scelte di domani sera, contro la squadra di Fabio Pecchia che a Napoli ha fatto il vice di Benitez, oltre che il centrocampista alla fine degli anni ‘90. Difficile non pensare al Nizza, anche perché dopo appena tre giorni si torna in campo. E all’Allianz Riviera non si può sbagliare nulla.
Il Mattino