Meno quattro e non poteva cominciare meglio, intrufolandosi in una sfida che ha qualcosa di familiare, perché quel calcio è stato il suo e ancora gli è terribilmente caro. E’ un derby e va giocato con la testa, magari sussurrando a Sarri ciò che gli è capitato di scorgere nelle sue escursioni con la maglia del Bordeaux, nel biennio in cui Giuntoli l’ha scovato: Ma è anche una notte da registrare nella memoria, perché Ounas scopre cosa sia (realmente, non «amichevolmente») Napoli, che ha prenotato praticamente uno stadio intero per un appuntamento da non perdere: è la Champions (anche se preliminare) e va vissuta spalancando gli occhi.
Ounas ha impiegato diciotto minuti – i quindici effettivi e i tre di riposo – per conquistare il San Paolo e lasciarlo entusiasmare, deliziandolo con qualche numero da circo, un palleggio raffinato, l’ammiccante controllo di suola. Ounas è tutto ciò che fa spettacolo, uno scugnizzo arrivato dal Bordeaux per dieci milioni di euro, cresciuto a Tours e rimasto legato ai luoghi della sua infanzia, che porterà a spasso sulla maglia, il 37, il codice d’avviamento postale di una terra (ovviamente) indimenticabile.Ma Ounas può essere anche altro, in questa vigilia lunghissima in cui ci si può appigliare anche ai dettagli per saperne sempre di più, ed uno 007 che ha vissuto da dentro le abitudini di quel mondo e che ha avuto modo di memorizzare una serie di nozioni su chiunque, Nizza compreso, torna utile per Sarri e per il Napoli. Un assist è sempre un assist.Corriere dello Sport