Il preliminare sa di ouverture d’una stagione per consacrarsi, un anno intero per ribadire che in quest’esistenza da centravanti autentico non c’è trucco e non c’è inganno: trentaquattro volte Mertens, altro che falso nueve, per rimettersi in fila in Champions, in campionato, nella classifica cannonieri che a maggio ha sfiorato, quasi accarezzato, prima d’arrendersi a Dzeko. «A noi interessa soltanto superare il turno, per il momento».
E’ stato bello, non proprio bellissimo, perché è mancato sempre qualcosa per avvicinare la perfezione, per infiocchettare la Grande Bellezza in una memorabile cornice: però ci sono stati momenti indimenticabili e la Champions, con il suo fascino, con il suo prestigio, con quella atmosfera gioiosa di partite che poi ti restano dentro, è un impegno con se stesso e con Napoli che Mertens sente di dover onorare, sistemando il Nizza al centro dei propri pensieri ma godendosi comunque quel capolavoro balistico che con l’Espanyol è stato utile per alimentare l’autostima. per tutti: lo è per noi, lo è per la città.
Corriere dello Sport