Avellino, a tanti interrogativi lasciati alla libera interpretazione, si aggiungono taluni episodi emersi negli ultimi giorni: un infortunio diplomatico per Ardemagni il quale, mentre la società decideva se accontentarlo con il prolungamento del contratto, ha disertato la gara contro il Matera, vinta di misura con un gol di Castaldo; la bocciatura per il giovane Asencio, presentato come “il Fernando Torres dell’Avellino” ma non utilizzato in Coppa Italia; la plateale discussione di ieri, sotto gli occhi dei tifosi, tra il tecnico e il capitano D’Angelo. Per non dire dei tanti “spifferi” che giungono un pò a tutti da parte di chi non ha voglia, tempo e coraggio di dire esattamente come stanno le cose. Novellino, dopo la sofferta salvezza ottenuta nella stagione iniziata sotto la guida di Toscano, s’è legato con un contratto biennale. Impensabile che possa rinunciare al sostanzioso accordo per un capriccio, una impuntatura. Ancor meno l’Avellino vorrà ripetere l’ esperienza del passato campionato, con la dolorosa transazione per liberarsi di Toscano e il suo staff, legati da contratto triennale, in modo da ingaggiare l’attuale tecnico. C’è il rischio che si proceda da separati in casa ma, nell’interesse dell’Avellino, è necessario che scoppi presto la pace.
Corriere dello Sport