CdS – Obiettivo Figc: stop al razzismo nel calcio!

La Federcalcio italiana si sta mobilitando per fermare il razzismo attraverso varie iniziative e progetti

Sogniamo tutti uno stadio ideale dove si applaude la propria squadra e gli avversari al termine della partita e si fischia solo per disapprovare una giocata e mai per cori e ululati razzisti, ma la realtà purtroppo mostra frequenti episodi di razzismo non solo in Italia ma in tutto il mondo. Da anni la Figc sostiene la lotta contro ogni discriminazione razziale, facendo progetti, e considera il calcio un gioco ma anche uno straordinario mezzo di integrazione sociale a tutti i livelli, basti vedere le grandi stelle della Serie A, testimonial di messaggi positivi negli sponsor, e le altre leghe professionistiche, soprattutto nei campionati Dilettanti, dove milita il 4% di giocatori stranieri. Di quasi 60.000 tesserati il 56% arriva dall’Europa, il 32% dall’Africa, il 7% dal Sudamerica e il 5% infine dal resto del mondo (Nord e Centro America, Asia e Oceania). Nel 2015-16 l’Italia è diventato il Paese dove iniziare a fare sport con il tesseramento dei minori, maggiormente provenienti da Romania, Albania e Marocco, che seguono le loro famiglie, trasferitesi in cerca di lavoro. Oltre a queste iniziative la Figc aderisce anche ad alcuni progetti internazionali, come “Football People Weeks”, che si svolge ad Ottobre, promossa dalla Football Against Racism in Europe con il coinvolgimento di testimonial azzurri, e che lavora sulla sensibilizzazione dei giovani attraverso iniziative fatte dal Settore giovanile e scolastico in collaborazione con il Miur; “Rete!”, che coinvolge i giovani tra i 16 e i 19 anni rifugiati e richiedenti asilo, ospitati nei centri SPRAR di tutta Italia, e che vede la partecipazione di ragazzi in 30 strutture, di cui oltre 200 giovani hanno preso parte alla fase finale in Sicilia e che nei sondaggi fatti hanno espresso in stragrande maggioranza il loro sogno di diventare calciatori professionisti, percepiscono la squadra come una famiglia e sono d’accordo sul fatto che il calcio possa abbattere le barriere culturali; infine “Razzisti? Una brutta razza”, giunto alla 3a edizione, dedicato a ragazzi e ragazze delle scuole calcio, che realizzano video sulla lotta al razzismo, coinvolge 8 regioni e viene esteso nell’ambito scolastico con il progetto “Tutti i Colori del Calcio” con 1.000 studenti coinvolti in 17 regioni. L’anno scorso la Figc ha delineato un nuovo piano per favorire l’integrazione e combattere il razzismo con i Centri Federali Territoriale e ha inviato alla Fifa il suo piano d’azione contro il razzismo e la discriminazione basato sui cinque pilastri: regolamenti, controlli e sanzioni, comunicazione, educazione, networking e cooperazione. È una battaglia lunga ma il razzismo è una lotta che può e deve essere vinta a qualunque costo per avere un mondo migliore perchè in fondo siamo tutti uguali in questo mondo, indipendemente dal sesso o dal colore della pelle, bianca o nera che sia

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