Uno dei protagonisti, sicuramente, della gara di ieri sera col Bournemouth, è stato Jorginho. Il centrocampo è stato il suo terreno da “combattimento”, e più di una volta si è reso pericolosissimo per gli inglesi. A lui va il merito di conclusioni che hanno sfiorato la realizzazione del gol, a lui le finalizzazioni dei passaggi più perfetti. Su di lui scrive oggi il Corriere dello Sport: “Ma sì, perché c’è un tempo, il primo, in cui esiste una sola squadra in campo, per capacità di controllo della partita e gestione del pallone: il Bournemouth sa di sperimentale (fuori Defoe ed altri cinque per legittimo turn over) però ha linee strette che costringono a manovrare intensamente, sfuggendo tra corsie laterali ed appoggiandosi spesso a sinistra, dove il Napoli «pende» con piacere, sulle incursioni di Ghoulam, la rapidità di Insigne e le percussioni di Hamsik. Ma in mezzo il resto lo fa Jorginho, al quale va concesso il diritto di «comandare», e per quarantacinque minuti si contano undici conclusioni – con vario grado di pericolosità – sulle quali ci vuole un salvataggio miracoloso sulla linea di Mings (14′: scucchiaiata di Insigne, pallonetto di tacco di Callejon) e qualche volta invece deve opporsi Begovic (21′ sul giro di Insigne, 35′ e 39′ sulla randellata di Mertens)”.