Mariolino Corso è stato una delle più grandi bandiere della storia del calcio italiano, ha legato la sua vita ai colori nerazzurri dell’Inter e della Nazionale, ma a fine carriera, con un palmares ricco di Scudetti e Coppe internazionali conquistate in giro per il mondo, decise di intraprendere la carriera di allenatore, partendo proprio da Napoli. Scelta sorprendente considerando le radici del simbolo della squadra nerazzurra, nato a Verona e svezzato nella Milano nerazzurra. Ma si sa, nulla accade per caso: “Venni chiamato dal Napoli su consiglio di Italo Allodi, fu lui a fare il mio nome a Corrado Ferlaino, che non esitò e mi affidò le redini della squadra Primavera. Ero all’esordio da allenatore, e iniziai proprio dal Napoli”.
Non ci fu scelta migliore, considerando il trionfo: “In effetti sì, nel 1978/79 riuscimmo a vincere lo storico scudetto Primavera; dopo arrivarono anche quelli con Maradona. Avevamo un grande progetto, in squadra c’erano tantissimi giovani di talento. La Campania è terra fertile di campioni, mi meraviglia che il Napoli attuale non abbia un settore giovanile al livello della prima squadra”.
In effetti il Presidente De Laurentiis ha in mente tanti progetti da attuare: “Mi stupisce che un imprenditore lungimirante come lui non abbia messo a disposizione strutture per le giovanili. Il Napoli è diventato una società importante, peccato che non abbia un progetto per i giovani calciatori napoletani. Ribadisco, la Campania brulica di fenomeni”.
Ricorda i giovani azzurri allenati che poi hanno fatto strada? “Certo, Nino Musella era un fenomeno, aveva classe da vendere, aveva una visione di gioco eccezionale, come pochi altri. Era particolare, dal carattere un po’ spigoloso, ma un bravissimo ragazzo. Poi Costanzo Celestini, Raimondo Marino, tutti ragazzi che sono arrivati fino in prima squadra”.
E’ un torrido fine luglio, ci perdoni mister: “Ma no, amo parlare di calcio. Tra l’altro sono in vacanza a Stintino, però mi manca Capri, il posto più bello al mondo. Ci andavo tre mesi l’anno. Quando iniziava a fare caldo mi recavo in barca tra un allenamento e un altro. Facevo la spola tra Napoli e l’isola azzurra, che meraviglia e quanti bei ricordi”.
Bella risposta a chi in passato ha rifiutato Napoli per i suoi presunti e stereotipati problemi: “Questa cosa è incredibile, ho vissuto quattro anni lì da voi e sono stato da Dio. Se c’è una città dove si vive bene quella è Napoli. Se poi fai il calciatore, sei un libero professionista, lì ci campi da re, non scherziamo proprio”.
Ci dia un giudizio sul Napoli di Maurizio Sarri: “L’anno scorso ha giocato il miglior calcio d’Italia, ma ha perso troppi punti per strada contro le piccole, va limato questo difetto per puntare a vincere. Nella seconda metà del campionato è stato veramente eccezionale”.
Sarri ha stupito un po’ tutti, le piacciono i suoi metodi? “E’ bravissimo, lo seguivo già nelle serie minori, è arrivato troppo tardi sul grande palcoscenico e si è consacrato. Tutti bravi quando allenano Real, Barcellona e Manchester, ma bisogna testarli nelle piccole realtà. Sarri è balzato dalle serie minori al Napoli e anche qui si è confermato facendo cose egregie”.
Faccia una griglia di partenza: “Juve e Napoli davanti a tutte, gli azzurri hanno colmato il gap confermando il blocco dello scorso anno. Dietro le milanesi e la Roma, se la giocheranno per i posti Champions”.
A proposito delle milanesi, si aspettava Bonucci al Milan? “Assolutamente no, ma nessun compagno di squadra ha preso posizione, nessuno l’ha difeso; lì dev’essere successo qualcosa di grosso che non è stato detto…”.
Come vede la sua Inter: “Il gruppo c’è, Spalletti è molto bravo e il nuovo patron è ambizioso. La squadra ha un buon tasso tecnico, con qualche innesto di maggiore qualità possiamo dire la nostra anche noi in chiave Champions”.
Neymar, sarà il nuovo colpo del secolo a 220 milioni: “Fuori dal mondo! Qui c’è gente che fa fatica a sopravvivere, tutto così assurdo. Maradona ha fatto vincere scudetti, Messi e Ibra lo stesso, ma Neymar? Non esiste a queste cifre”.
Da Neymar a Insigne, il magnifico è l’unico prodotto del vivaio napoletano di De Laurentiis: “E’ un grande talento, ha avuto qualche problema prima di consacrarsi perché ha fatto il giro troppo lungo tra Cavese, Foggia e Pescara. Ormai è un calciatore di grande livello, deve tutto a sé stesso, ma anche agli allenatori e allo stesso Sarri se è diventato quel che è adesso”.
Al Napoli Primavera servirebbe un nuovo Mariolino Corso: “Ma no, sono fuori età adesso (ride, ndr). Al Napoli serve un grande settore giovanile, strutture adatte, un progetto serio con tanti ex calciatori che insegnino metodi e nozioni acquisiti sul campo. Senza tattica, quella è una puttanata. Bisogna dargli il pallone e farli divertire, e gli allenatori devono essere coadiuvati da persone appassionate. Con me a Napoli c’era Angelo Sormani. I suoi metodi e i suoi insegnamenti erano speciali, un mostro di bravura tecnica, è stato prezioso. Se potete salutatemelo con grande affetto…”.
Al Napoli, ma al movimento calcistico italiano, in generale, servirebbe l’umiltà di questi personaggi che hanno scritto pagine di storia di questo meraviglioso mondo del “pallone” con la loro grande genuinità.
La Redazione